La protesta pacifica di , che ha visto il giovane free climber abbarbicato sulla cima di uno dei cipressi da abbattere per sette giorni, é terminata: Michele é sceso dall’albero. Ma la “battaglia” contro la decisione di Palazzo Estense non è ancora destinata a finire.
Alcuni varesini, tra esperti e sempici cittadini, promettono infatti massima sorveglianza sul tema e opposizione certa in merito a interventi non ritenuti necessari oppure deleteri per il verde cittadino.
In prima linea , agronomo di fama internazionale, che da tempo contesta numerose scelte compiute dall’amministrazione della Città Giardino.
«Ho in mano una dettagliata relazione nella quale si dimostra che i tassi e i cipressi non possono divorziare, ma mettono in campo meccanismi di convivenza pacifica che permettono la loro coesistenza – spiega l’agronomo – Intendo presentare tale documentazione ai tecnici che hanno avallato il progetto dell’abbattimento dei calocedri e anche a quelli che verranno nominati per la formazione di una commissione super partes che rivaluterà il caso, come annunciato dal sindaco Fontana nell’ultimo consiglio comunale».
Zanzi intende fare chiarezza e dimostrare le ragioni della sua battaglia.
«Visto che non sono l’ultimo arrivato, intendo dimostrare che questo intervento ha un fine puramente paesaggistico. Non metto in dubbio le competenze del Corpo Forestale, ma il loro ambito è quello dello stato di salute degli alberi in contesti boschivi che è ben diverso da quello che si viene a creare all’interno di parchi e giardini».
L’agronomo torna a parlare della vicenda del pino marittimo presente alla Prima Cappella, al centro del dibattito, a seguito della decisione di realizzare un parcheggio al Sacro Monte.
«Inizialmente i tecnici del Comune avevano annunciato che il pino in questione sarebbe stato trasportato e ripiantumato altrove. Successivamente hanno fatto dietrofront, consapevoli che una pianta di tali dimensioni non può essere trasportata e ripiantumata in una nuova sede, dicendo che ne avrebbero messo a dimora uno nuovo». Così, la sua posizione è che la scelta di abbattere i cipressi a favore dei tassi secolari debba essere ulteriormente approfondita.
«In primis perché l’amministrazione dice che questi tassi hanno 200 anni, ma la documentazione iconografica sembra dargli torto. Inoltre, perché quando mi sono occupato del progetto di restauro di Villa Recalcati negli anni Novanta, prima di procedere all’abbattimento di alcune piante, è statoaeffettuata una valutazione su ogni singolo albero, durata due anni e che ha portato a produrre una documentazione dettagliata di circa tremila pagine, sotto la guida del Politecnico di Milano».
Ma Zanzi non è l’unico che intende sorvegliare sull’operato di Palazzo Estense. Anche vuole andare a fondo della questione.
«Ho richiesto, lo scorso martedì, l’accesso agli atti in merito alla vicenda dei cipressi perché intendo presentare un ricorso al Tar sulla vicenda, visto che l’assessore non ha fatto un vero e proprio dietrofront, ma ha semplicemente ritardato il taglio». , uno dei primi a opporsi al taglio dei 16 calocedri, proseguirà la sua battaglia organizzando un convegno di riflessione sul degrado di Varese e del suo hinterland, il prossimo giovedì sera al teatro Santuccio.
«Si tratta di un convegno cognitivo perché, in merito alla vicenda dei cipressi e del parcheggio alla Prima Cappella, nulla è banale e sloganistico, ma nulla allo steso tempo è stato approfondito a dovere».
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