– Dal Ciad, al Niger, fino al Congo; i missionari di Besozzo sono in giro per il mondo ad aiutare le popolazioni locali, ma anche in prima fila nel fare i conti con l’estremismo islamico e con tutti i rischi conseguenti per chi è cristiano in quei Paesi.
Suor, missionaria operante in un ospedale del Ciad, originaria della frazione di Bogno, ha inviato una lettera al parroco di Besozzo don , che è stata pubblicata sull’informatore parrocchiale. Nella missiva, suor Raffaella, che ha recentemente festeggiato i dieci anni di professione religiosa perpetua, si rivolge ai suoi compaesani, raccontando la sua vita in Ciad, che confina con la Repubblica Centroafricana appena visitata da Papa Francesco.
«Forse siete a conoscenza di diversi attentati nella capitale e in diverse zone del Ciad da parte di Boko Haram – scrive la missionaria comboniana – in tutte le chiese e moschee, mercati e ospedali, ci sono controlli seri per evitare la presenza di eventuali kamikaze». Un clima di tensione continua e di pericolo, che si è ovviamente accentuato dopo gli attentati di Parigi, ma che suor Raffaella invita ad affrontare con le armi dell’amore,
aiutando i bambini poveri del luogo. «Non vi racconto queste cose per farvi preoccupare, ma per pregare insieme per il dono della pace e della comunione nella diversità – conclude la religiosa – solo il Signore della pace può toccare i nostri cuori affinché li converta in uno sguardo di amore e benevolenza verso tutti, libero da pregiudizi e paure». L’ospedale dove suor Raffaella lavora ha ideato un’iniziativa per l’adozione non di un bambino a distanza, bensì di un letto del reparto di pediatria, contribuendo al ricovero del bambino malato; una settimana costa 30 euro e si può contribuire dall’Italia.
Ad aiutare le popolazioni africane ci sono altri due religiosi besozzesi, don , che opera Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo, dove è responsabile di alcuni poli formativi per il recupero e la formazione dei giovani e monsignor , originario di Brebbia. Il missionario brebbiese è nunzio apostolico in Niger e Burkina Faso, altri luoghi dove purtroppo non mancano le tensioni. Dopo l’attentato terroristico alla redazione di Charlie Hebdo, anche in Niger, come in altri Paesi africani, sono state distrutte e bruciate ben 45 chiese cristiane; una fase che ha spezzato un periodo di pacifica convivenza tra cristiani e musulmani. La presenza di monsignor Bertoldi e la sua azione missionaria è volta alla ricostruzione delle chiese date alle fiamme, alla quale, al pari delle iniziative di suor Raffaella e don Maurizio, stanno contribuendo i fedeli della comunità pastorale di Besozzo.