Crisi della Lega. Bisogna valorizzare i giovani

Varese e Busto danno un’importante lezione alla Lega Nord. Evidenziando una criticità del partito che è sempre stata evidente ma che, finché si vinceva, veniva tranquillamente tenuta nascosta. Ovvero, quella dell’incapacità tutta leghista di far crescere una nuova classe dirigente. Un dato assolutamente evidente, se guardiamo ai due consigli comunali delle due città: il consigliere comunale più votato nella Città Giardino è Roberto Maroni. Il caos a Busto ha visto come protagonista Paola Reguzzoni, anche lei figura leader nella Lega cittadina da una vita.

Manca, evidentemente, un ricambio generazionale. E non certo per mancanza di risorse: penso ai bravissimi Davide Quadri e Federico Martegani, per fare solo due nomi, rispettivamente neo coordinatore provinciale dei Giovani Padani e suo predecessore. I giovani ci sono, lavorano bene e fanno crescere il movimento giovanile. Poi, al momento di essere impiegati nel partito, trovano tuttavia una serie di ostacoli, dovuti principalmente alla chiusura da parte degli esponenti storici, che temono una concorrenza giovanile. I risultati si sono visti: a Varese la Lega ha perso per la prima volta nella sua storia. A Busto è stata protagonista della prima grandissima crisi di giunta, esplosa quasi prima che il mandato iniziasse ufficialmente. In entrambi i casi la Lega non è riuscita ad esprimere il candidato sindaco. Rimane solo Gallarate. Un caso che fa eccezione. Sulla vittoria di Cassani bisogna analizzare quanto abbiano influito i demeriti dell’amministrazione uscente e sconfitta.