Chissà quante ne ha viste. Chissà quante ne ha sentite. Silenzioso testimone del passaggio del tempo, ha visto passare generazioni dopo generazioni e ha assistito, indisturbato, al corso della Storia.
Se potesse parlare, il vecchio lavatoio ai piedi della collina di Dobbiate, chissà quanto potrebbe raccontarci. È una memoria storica che molti, purtroppo, hanno dimenticato.
Molti, ma non tutti. Perché un gruppo di volontari, da ormai otto anni, si prende cura della sua manutenzione. Correva l’anno 2009 e l’amministrazione comunale di Azzate, guidata dal sindaco Giovanni Dell’Acqua, si trovò a dover allestire una squadra di protezione civile, ancora assente sul territorio azzatese. In attesa di frequentare il corso base della Provincia per entrare ufficialmente negli elenchi della PC, vennero individuati una serie di lavori per testare la capacità dei volontari al lavoro di squadra.
Così, dopo la riqualificazione di quello di Azzate, i volontari si impegnarono anche per la “rinascita” del lavatoio ai piedi della collina di Dobbiate, che rientra appunto sotto il territorio comunale di Azzate. Nell’ambito del progetto di “Rimessa a vista” dei lavatoi, il gruppo si impegnò a ripulire questo piccolo testimone del tempo, eliminando erbacce e piante infestanti che da anni lo soffocavano, ripulendolo e riportandolo in superficie dagli accumuli di terra sotto cui era sommerso. E così fa, ogni anno, il gruppo di volontari. E per più volte all’anno.
Oggi il lavatoio non è più in funzione, è coperto dalle normali foglie di stagione ed è chiuso. Sporco, ma non abbandonato. Chiuso, ma non dimenticato. È un pezzo di Storia.
E la sua, di storia, è di quelle affascinanti, che raccontano di uno stile di vita ormai superato ma spesso rimpianto. I dobbiatesi doc ricordano i viaggi con le carriole piene zeppe di panni da lavare, le raccolte d’acqua pulita per cucinare, le chiacchiere, i segreti e anche le rivalità, come quella con le donne di Azzate e di Vegonno che “sfruttando” il lavatoio di Dobbiate, creavano solo coda e sporcavano l’acqua del “loro” gioiello.
Rimase rimase in funzione fino alla fine degli anni 70 quando il rivo d’acqua dalle sorgive daveriesi che lo riempivano venne deviato.
Il lavatoio era un luogo di lavoro, ma anche luogo di incontri. Era un luogo vivo, simbolo della vitalità di un paese. Oggi i tempi sono cambiati, la tecnologia ha soppiantato molti lavori manuali e il fascino dei panni lavati a mano e strizzati sulle antiche pietre di un lavatoio, è stato sostituito dal freddo click di una lavatrice.
Il lavatoio ai piedi della collina di Dobbiate è davvero un pezzo di Storia e per fortuna qualcuno combatte e lavora perché la sua storia, e anche un pezzetto della nostra, non vada dimenticato.