Si pensava che potesse essere il vento la variabile impazzita della tappa del Ventoux. Invece a decidere la corsa, per quel che concerne la classifica generale, è stato un episodio mai visto prima in un evento che, come il Tour de France, porta sul petto la medaglia di terza manifestazione sportiva più importante al mondo dopo le Olimpiadi e il Mondiale di Calcio. Nel giorno della festa nazionale, la grandeur d’Oltralpe sembra andare a farsi benedire.
/>Mentre De Gendt, allo sprint su Pauwels, vinceva la tappa anticipata di 6 km rispetto al disegno originale per l’allerta vento, Froome, Porte e in un secondo momento Mollema si erano avvantaggiati sul gruppo dei migliori della generale. Tutto sembrava indirizzato verso un copione già visto: il britannico della Sky a “frullare”, selezione inevitabile ai 4 km dal traguardo, quasi nessuno riesce a tenerne il passo. Ci prova e ci riesce Porte, Quintana si aggancia in un primo momento ma deve cedere ben presto al passo della maglia gialla. Ne prende il posto, nel terzetto che sembra destinato a guadagnare secondi importanti in classifica, Mollema. Saranno così, da lì a poco, loro tre i protagonisti di una figuraccia in diretta tv mai vista prima.
Dopo il crollo dell’arco gonfiabile dell’ultimo km nella prima tappa pirenaica, il Tour pecca un’altra volta, per altro nuovamente non distante dalla “flamme rouge”: una moto della tv è costretta a inchiodare, imbottigliata fra due ali di folla, Porte la tampona, Mollema fa altrettanto, Froome – le immagini tv sono poco chiare – rompe la bici ed è costretto ad abbandonare il proprio mezzo. A questo punto uno show mai visto. La maglia gialla inizia a correre a piedi, in salita, nel tentativo di perdere meno secondi possibili, in attesa dell’arrivo dell’ammiraglia. Troverà sulla sua strada una moto dell’organizzazione, quella del cambio ruote, che gli passerà una bici nel tentativo di proseguire la sua marcia verso il traguardo (il regolamento prevede che si possano fare dei tratti a piedi, ma naturalmente non che si tagli lo striscione finale non sulle due ruote).
Una scena tragicomica: su un mezzo fuori misura per le sue lunghe leve, Froome fatica a spingere sui pedali e, evidentemente contrariato, viene rimontato e superato dagli inseguitori. Si salverà – si fa per dire – con l’arrivo della sua ammiraglia, che potrà finalmente fornirgli una bici della sua taglia. La frittata, però, sembra fatta: Froome paga 1 un minuto e mezzo all’arrivo su Mollema, passato indenne all’incidente, 1’21” su Yates, Aru, Meintjes, Bardet e Rodriguez. Sei secondi dietro questo gruppetto la coppia Movistar Valverde-Quintana.
Trattandosi di tappa di montagna il regolamento non prevederebbe la possibilità per la giuria di annullare i distacchi nei tre km finali in caso di cadute. Froome sembra costretto a cedere il simbolo del primato a Yates, ma poi in serata l’organizzazione ha restituito il primo posto al britannico della Sky, il cui tempo all’arrivo è stato parificato, con Porte, a quello di Mollema. Un post corsa decisamente all’altezza della tappa.