Non sono ammessi altri risultati al di fuori di una vittoria convincente per l’Unendo Yamamay, che stasera alle 20.30 ospita Forlì nel turno infrasettimanale della 7ª giornata.
Dopo le due sconfitte con Dinamo Mosca (Champions) e Casalmaggiore (campionato) le farfalle non possono permettersi passi falsi contro una formazione che – malgrado la presenza di due icone come Tai Agüero e Paola Cardullo – langue al penultimo posto.
La centrale biancorossa Giulia Pisani suona la carica: «In
questo momento non è importante chi abbiamo di fronte. Dobbiamo focalizzarci su di noi e sul nostro gioco. Di sicuro non possiamo prendere nessuno sottogamba. Vogliamo ricominciare il nostro percorso con una vittoria».
Un percorso che finora è stato piuttosto accidentato: «Vero, la squadra non sta ancora girando come dovrebbe – ammette Pisani – Ma credo che nessuno, da noi stesse allo staff ai tifosi, abbia mai messo in discussione il potenziale dell’Unendo Yamamay. Io dico che prima o poi verremo fuori, non dimentichiamo che siamo ancora nel girone d’andata».
Ma perché finora il cammino è stato così altalenante? «È un po’ mancata la correlazione muro-difesa, ma soprattutto il muro – spiega la toscana – E poi prendiamo troppe murate, quindi va gestito meglio il colpo in attacco. Dobbiamo sfruttare di più le nostre qualità».
Un leit-motiv di questa prima parte di stagione è stato lo scarso feeling tra Wolosz e le centrali, con la parziale eccezione di Lyubushkina: «In effetti sono pochissimi i palloni che tocco durante la partita. In questo momento manca ancora un’intesa sufficiente con Asia, ma sono sicura che col lavoro arriverà anche quella: è solo questione di tempo», garantisce Pisani.
L’avvio di stagione di Giulia è stato ostacolato anche dai problemi alla schiena: «All’inizio facevo proprio fatica ad allenarmi. Ora le cose vanno meglio, anche se non posso dire che il fastidio sia scomparso del tutto. Poi i continui viaggi non aiutano da questo punto di vista. Ma nel complesso sono abbastanza contenta, di spazio ne sto trovando».
“Miss Murone” sta vivendo la sua seconda esperienza a Busto dopo la stagione ad Ornavasso: «I ritorni sono sempre un po’ complicati, perché è difficile ritrovare tutto come lo avevamo lasciato. Di sicuro non sono cambiati i tifosi, sempre spettacolari. Per il resto, di diverso c’è che durante la mia prima esperienza da farfalla si vinceva sempre, o quasi – sorride – Ora l’ambiente è anche un po’ più esigente, forse le sconfitte vengono drammatizzate oltre misura».
«Per carità, le critiche vanno sempre accettate – precisa – ma non è che quando vinci sei un fenomeno e quando perdi non sai più giocare. Io credo che dobbiamo pensare positivo. Ricordate Piacenza nell’anno del suo primo scudetto? Era partita male, poi abbiamo visto com’è finita. E la stessa Busto nella scorsa stagione è venuta fuori alla grande nei playoff».