– Dall’intitolazione a Gentile, alle esternazioni sulla manifestazione di sabato promossa dall’Anpi:è “l’uomo” di Palazzo Estense che fa più parlare di sé.
Che amasse uscire dal seminato fu chiaro subito: già quando ricopriva l’incarico da consigliere presentò una mozione per condannare l’invasione dell’Ungheria da parte dell’Urss avvenuta nel ’56 e «screditare» così il presidente .
Nel 2011, già nei panni di assessore, volle dedicare a il giardinetto vicino al classico. Cosa che provocò un bel po’ di putiferio dal momento che Gentile fu sì il filosofo della riforma scolastica, ma anche un ministro del ventennio e un firmatario delle leggi razziste.
Per quell’episodio, l’Anpi presentò una sorta di dichiarazione di intenti al sindaco Fontana, dicendogli qualcosa tipo: questa volta mandiamo giù il boccone, ma non intendiamo passar sopra a un altro affronto.
Facebook nel tempo è diventato una cassa di risonanza per le sue trovate. Quella che ha aperto la strada agli «scivoloni» – ovvero alle uscite non proprio politically correct per un rappresentante delle istituzioni – risale al 19 luglio 2012.
Quando Clerici scrisse «Tieni duro presidente» riferito al presidente siriano Assad, e «sull’uccisione da parte del governo siriano di grandi e piccini avrei molti dubbi». Il Pd gli chiese di rimangiarsi le parole, ma lui rimase fermo nelle sue posizioni,
dicendo che la sua era solo un’opinione.
Ma il confine tra le opinioni e le dichiarazioni pubbliche è labile per un assessore. Lo ha dimostrato l’eco che ha avuto a livello nazionale l’affondo sulle due ragazze rapite in Siria, apostrofate con un po’ di leggerezza «due sprovvedute partite per farsi i selfie tra i ribelli siriani».
Più confinato alle mura cittadine l’«utile idiota» dato a Forzinetti abbarbicato sul cipresso per salvare le piante dal taglio. Così come l’inchiesta sul parcheggio alla Prima Cappella, definita «da fantascienza».
A queste uscite – che potrebbero essere definite gaffe, se non fosse per il sospetto che dietro di esse ci sia una regia ben precisa – si accompagnano «difetti di comunicazione». Come quella volta che Clerici disse di voler dedicare a Missoni il parco di Villa Toeplitz, salvo poi “ritrattare” dicendo che l’intitolazione avrebbe riguardato una fontana.
Affermando che i manifestanti di sabato fossero «una quarantina di poveri cristi» e ancora: «Che poi manco erano dell’Anpi, ma c’erano pseudosindacalisti, qualche anziano e zecche di dubbia provenienza con le immancabili canne, gli scontatissimi rasta, i tristissimi canti “ribelli”» adesso Clerici rischia di creare un vero e proprio affaire diplomatico a Palazzo Estense.
L’Anpi «un’associazione per la democrazia, in difesa e per l’attuazione della Costituzione» per citare le parole del presidente provinciale, chiede al sindaco di revocare l’incarico di assessore a Clerici.
Un’altra richiesta formale di ritiro delle deleghe arriva dalla Fiap (Federazione Italiana Associazioni Partigiane): nel testo di una lunga lettera, il presidente nazionale e il presidente della sezione di Varese interpretano le manifestazioni di Clerici come «una chiara esaltazione del fascismo».
La sfiducia dell’assessore è già stata portata in consiglio un mese fa e adesso la palla è nelle mani del sindaco. , segretaria del Circolo Varese 4 del Pd, chiede al primo cittadino «di garantirmi il diritto di riconoscermi nella Costituzione italiana, di legittimare la mia scelta di rendere omaggio a coloro che sono morti in nome della democrazia e della libertà. Sono morti per fare in modo che persino uno come Clerici possa parlare». Cosa farà il sindaco Fontana?