Con tutto quello che la politica ha combinato per farsi odiare dalla gente ci sorprendiamo ad appassionarci attorno a quello che sta succedendo a Varese: un voto che deciderà un candidato sindaco, ma anche e soprattutto l’opportunità offerta a tutti di scegliere per davvero.
Perché nell’avvicinarsi dell’ora in cui scopriremo finalmente com’è andata, ci resta una grande certezza: quelle di oggi non sono solo le primarie del centrosinistra, ma sono molto di più. Sono una fetta di città
che parla, fa domande e chiede soluzioni affidando a quattro candidati la voglia di una Varese diversa. Sono la passione che fa battere i cuori, quella che viene da riunioni che durano fino all’alba e tira fuori il meglio delle persone e si trasforma in proposte concrete per migliorare le cose. Sono quattro persone e quattro storie diverse che ci hanno messo la faccia sul serio e non per gioco dicendo a tutti: «Io sono questo, camminiamo insieme?». Quattro uomini scesi in campo mettendo fine tutto in un colpo a un periodo che durava da una vita, e che vedeva il centrosinistra fare una fatica bestia a trovare un candidato perché c’era la sensazione di mandarlo al macello e a una disfatta certa contro la potenza leghista. Vero, il vento è cambiato: e se c’è un momento in cui la sinistra ha l’occasione storica di vincere a Varese, è questo. Però non bisogna sottovalutare il coraggio di chi si propone preferendo i fatti alle parole e alle lamentele sterili.
Marantelli, che conosce e ama la città e che da Varese è conosciuto e amato, Zanzi che sicuramente vincerebbe se potessero votare anche gli alberi della città, De Simone che non ci convinceva e poi ci ha convinto dopo una chiacchierata fatta in redazione (e questo è un punto a suo favore), Galimberti che ha le idee tremendamente chiare e la freschezza per portarle avanti. Tutti quanti hanno dimostrato di avere un buon motivo per essere votati: e forse è proprio questo che ci sta appassionando, facendoci pregustare il duello elettorale vero e proprio che ci sarà a giugno e che, chiunque siano i candidati, sarà tutto da vivere e raccontare.
Ma non è ancora il momento, no: oggi ci sono le primarie e ci piace pensare a una città intera coinvolta in questa giornata. Perché il voto di oggi non è soltanto un affare di quelli del Pd, non è un appuntamento riservato agli elettori di centrosinistra, non è un’esclusiva. Tutti possono andare a dire la loro e tutti sono chiamati a farlo, anche quelli che a giugno voteranno il candidato del centrodestra: perché quello di oggi altro non è che il primo passo per decidere l’uomo che guiderà la città di Varese. La nostra città. E siccome la politica è fatta di vittorie e di sconfitte, ecco che queste primarie sono anche un’occasione straordinaria per gli elettori di centrodestra ai quali viene data la possibilità di scegliere due volte. A giugno voteranno per l’uomo che vorrebbero come loro sindaco, oggi potranno votare per quello che vorrebbero nel caso il loro prescelto dovesse essere sconfitto.
Oggi Varese può dimostrare di essere una città diversa, più bella e allo stesso tempo più matura: una città capace di scegliere, di votare per una persona e non contro un’idea, di ospitare tra le sue vie e nei suoi rioni la possibilità offerta a tutti di essere protagonisti attivi. Quando pensiamo alla parola democrazia, a noi viene in mente questa cosa qui.