L’Aquila, 10 lug. (Apcom) – “Arrivederci”: un saluto in italiano, un elogio al “coraggio degli aquilani”, e Barack Obama superstar è fuggito per correre a prendere l’elicottero che lo ha portato in Vaticano. I giornalisti nelle sale stampa del vertice di Coppito non avevano ancora digerito l’esclusione dalla conferenza stampa finale del presidente, che già lo vedevano sui maxischermi comparire nelle sale della Santa Sede, impeccabile nel suo abito scuro.
Obama ha concluso in bellezza i suoi tre giorni all’Aquila, giungendo al “Media Village” per la conferenza stampa: causa gli spazi ristretti e i tempi contingentati (l’unica sala abbastanza grande da contenere il pubblico adorante sarebbe stata l’Auditorium dove si teneva la conferenza del presidente del Consiglio) ha optato per un punto stampa ristretto ai soli giornalisti accreditati alla Casa Bianca. Transennati un paio di viali del “Village”, accessi ristretti, gli altri cronisti ridotti alla diretta dai maxischermi. E in parecchi, come sulla Croisette, si sono accalcati cercando almeno di cogliere un’immagine da lontano del divo.
Il presidente degli Stati Uniti a sei mesi dall’elezione resta la vera vedette anche di una riunione che vanta una quarantina di leader internazionali, convenuti da tutto il globo. Gli aspetti spettacolari non sono mancati a questo G8 aquilano, dalle onnipresenti macchinette elettriche ‘Free Duck’ alla continua passerella di vip (politici, consorti e altro come George Clooney) nel centro storico cittadino, fra le macerie del sisma. C’è stata Michelle Obama, il bel Clooney e stamattina anche Carla Bruni; ma mercoledì c’è stato anche lui a fianco di Silvio Berlusconi, maniche della camicia rimboccate e cravatta blu.
Il G8 dell’Aquila – l’ultimo del suo genere forse, o il primo di una nuova era con la sua ‘geometria variabile’ – è stato benedetto da un sole splendente; le paventate scosse di terremoto non ci sono state; la caserma di Coppito ha sobriamente servito allo scopo, Barack Obama ha lodato la “straordinaria ospitalità italiana” e ha conquistato tutti. Non ha parlato molto – salvo che nella conferenza di oggi in cui ha elencato i risultati ottenuti all’Aquila, l’impegno degli Otto Grandi a tagliare le emissioni inquinanti, i 20 miliardi del fondo per l’autosufficienza alimentare dell’Africa.
E poi, l’elogio commosso degli aquilani “per averci dato il benvenuto in questo difficile momento. Siamo commossi dal vostro coraggio e dalla vostra resistenza” ha dichiarato Obama oggi. “Sono certo che l’Aquila sarà ricostruita, che il suo splendore tornerà, e la sua gente servirà d’esempio per tutti noi su come si può rinascere dalla tragedia e ricominciare daccapo. Terremo questo posto e la sua gente nelle nostre preghiere e nei nostri pensieri nei mesi e negli anni a venire”.
Ogni suo gesto diviene degno di nota (circola voce, verosimile, che ieri in un trasferimento lungo la caserma si sia chinato a raccogliere una bottiglietta di plastica vuota da terra, consegnandola a un assistente). Lula gli ha regalato una maglia della nazionale brasiliana, lui oggi andando a incontrare il presidente del Sudafrica ha lanciato che spera di essere di persona ai Mondiali di Calcio l’anno prossimo. Le pagine dei giornali sono piene delle sue foto. Stasera parte da Roma per Accra, in Ghana: il primo presidente afro americano alla Casa Bianca compie il suo primo viaggio di Stato in Africa. E’ il compimento di sei mesi in cui ha sancito delle svolte essenziali, e il mondo ancora non sembra abituato.
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