– Orobianco, la Cina è sempre più vicina: la fashion week milanese si chiude con il popolarissimo cantante cinese Tu Honggang. «Dopo aver seminato per anni, ora stiamo premendo sull’acceleratore» annuncia la sua strategia per penetrare nel più grande mercato del mondo Giacomo Valentini, Ceo e fondatore di Orobianco, che lunedì sera ha fatto gli onori di casa nello showroom monomarca di Piazza Duomo per la festa di chiusura della settimana della moda.
Del resto il brand dell’azienda di Gallarate è da sempre di casa in Estremo Oriente, dove tra Asia e Pacifico realizza il 95% del proprio fatturato. Popolarissimo in Giappone, dove ci sono già un caffè (a Shibuya, il cuore pulsante di Tokyo) e un’osteria (a Osaka) “marchiati” Orobianco, ma anche a Taiwan dove è ormai un “super-brand” e dove ci sono già ben undici mono-brand store, ora l’obiettivo da aggredire è la Cina. «La Cina è
sempre stato il nostro obiettivo, già da dieci anni fa – rivela l’imprenditore di Gallarate – abbiamo seminato, nei Paesi limitrofi oltre al Giappone, come Taiwan dove ci sono tanti proprietari di shopping mall cinesi e vie d’investimento verso la Cina, ma anche a Hong Kong, che è la vetrina del grande mercato cinese, e in tutti quei Paesi dove c’è influenza cinese, come Corea, Singapore, Thailandia, oltre che le isole in cui i ricchi cinesi vanno in vacanza, da Guam alle Hawaii».
Dopo aver tastato il terreno ora è il momento di colpire. «Quest’anno stiamo premendo sull’acceleratore, con il nostro know how e il supporto ai vari canali – afferma Valentini – vogliamo posizionarci su un marchio che consolida l’immagine di produttore. Perché oggi in Cina, dove le grandi griffes si presentano sempre più spesso con le etichette “made in China” sui loro prodotti, cercano il vero “made in Italy”». Da un lato, è il momento giusto per finalizzare la strategia di penetrazione nel mercato cinese, dall’altro è anche una necessità per Orobianco, visto che il Ceo Valentini non nasconde «l’andamento altalenante del mercato giapponese».
Le strategie puntano molto sulla creatività, se è vero che in Corea si ricorre alle celebrità del cinema e ai fashion blogger , in Giappone addirittura un fotoromanzo, mentre in Cina si rafforza la presenza sui social, come «un canale su Youku, l’equivalente di Youtube, e un profilo su Weibo, il Twitter locale». Lunedì al «consolidamento» sul mercato cinese è stata dedicata la serata di chiusura della Fashion Week Orobianco, nel “salotto” dell’azienda in Piazza Duomo. Un evento che ha unito moda e musica, grazie alla presenza del celebre cantante e attore cinese Tu Honggang. Insieme al Ceo Giacomo Valentini, di ritorno da un viaggio che lo ha visto inaugurare nuovi negozi mono brand in Giappone, Cina e Taiwan (tra venti giorni un’altra apertura a Hong Kong), personaggi di spicco del mondo della moda del grande Paese orientale, come Miss Peng Xiaohua, direttrice del NetEase Fashion Center, e Li Jijai, Ceo del China Fashion Group Co. Una tappa di un percorso che porterà spesso Valentini in Cina nei prossimi mesi, con conferenze nelle università e richieste di collaborazione nell’ambito del design.