– L’assessore questa volta pare l’abbia fatta proprio “grossa”. E andando a criticare la manifestazione dell’Anpi ha scatenato la reazione anche del suo stesso partito, Forza Italia, che ha deciso, di fatto, di “scaricarlo”.
Del resto, il partito a livello provinciale è guidato dall’eurodeputata , molto distante da Clerici per corrente interna. Da qui il “terreno minato” sul quale l’assessore si sta muovendo. Comi, nella giornata di ieri, ha inviato una lettera alla Federazione Italiana Associazioni Partigiane, e per conoscenza anche al sindaco, dove prende le distanze a nome del partito alle dichiarazioni dell’assessore (che ha definito «morti viventi» i partecipanti al corteo partigiano di sabato, ndr).
E quindi “firma” una sorta di “delega in bianco” al primo cittadino, dandogli la facoltà di scegliere se estromettere o meno l’esponente di Forza Italia dalla giunta.
«Forza Italia è un partito liberale, pienamente inserito tra le forze politiche democratiche di questo Paese. Il suo rispetto per la Costituzione e per chi ha combattuto per la libertà e per la democrazia è fuori discussione – scrive Comi – I nostri principi liberali ci portano al rispetto delle opinioni di tutti se espresse entro i limiti dei principi costituzionali e nelle forme rispettose della dignità di ciascuno e della storia collettiva».
«Questi limiti sono stati a nostro avviso travalicati dal dottor Stefano Clerici,
con parole inaccettabili sulla manifestazione partigiana del 29 novembre scorso. Forza Italia prende le distanze dalle espressioni di Stefano Clerici, e rinnova il suo omaggio alla memoria della Resistenza».
«Come forza politica, esprimiamo il nostro rincrescimento e le nostre scuse per un episodio messo in atto a titolo personale da un nostro esponente, che non coinvolge a nessun titolo, lo ripetiamo, il partito». E alle distanze formali, di fatto la coordinatrice forzista “molla” il suo assessore. «Quanto alla posizione di Stefano Clerici in giunta, ci rimettiamo alla valutazione del sindaco Attilio Fontana e alle misure che riterrà più appropriate, approvando sin da ora il suo operato».
Una “delega in bianco” al sindaco, quindi, che deciderà se mandare via o meno l’assessore. Più mite nei confronti di Clerici è invece la Lega Nord. Il segretario provinciale , pur rimproverando i termini adottati dall’assessore, cerca di gettare acqua sul fuoco.
«Quando un esponente politico fa delle dichiarazioni si assume le proprie responsabilità – dice Bianchi – E la singola opinione è sempre legittima, fino a quando non offende nessuno. Io personalmente non demolisco le idee fino a quando non sono offese per nessuno. Clerici è quindi libero di esprimere le proprie opinioni, all’interno di questi limiti precisi».
E qui Bianchi spiega: «Avrebbe dovuto usare un tono diverso. Io stesso sono dell’idea che certe prese di posizione sul fascismo oggi appaiono come una caccia alle streghe inutile. Ma con il tono che ha usato, Clerici rischia di passare dalla parte del torto. Detto questo, non demonizzo le opinioni. E a me interessa solo che la giunta riesca a svolgere il proprio compito amministrativo. Sulla permanenza dell’assessore in giunta decideranno il sindaco e le segreterie cittadine».
E a livello cittadino è il capogruppo di Liberi per Varese che tira una “stoccata” a Clerici.
«Un personaggio pubblico non può permettersi di fare dichiarazioni del genere, deve rappresentare tutta la cittadinanza – dichiara Imperatore – Alla base della democrazia c’è il rispetto delle persone e delle idee degli altri. Per quanto riguarda il ritiro delle deleghe, è un problema del sindaco decidere cosa fare. O Clerici si cosparge un po’ di cenere sul capo e chiede scusa, oppure non so quale possa essere la soluzione».