Rapinati e malmenati due turisti a Varese

Dalla Svizzera a Varese per la movida: cibo e alcol in abbondanza. E, su una panchina, scatta il blitz di un varesino. Che mena le mani

– Rapina un ubriaco, picchia l’amico della vittima arrivato in suo soccorso, insulta e malmena anche i poliziotti. È finita con un arresto per rapina, lesioni, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale la notte brava di un varesino di 30 anni, con origini albanesi, ma da anni residente nel capoluogo.
La sua mattinata, ieri, è andata anche peggio: l’uomo è stato condannato per direttissima a un anno e sei mesi di reclusione. Per ricostruire l’accaduto,

però, bisogna tornare alle 3 della notte tra venerdì e sabato.
Siamo in pieno centro cittadino, con le luci e i locali della movida varesina che ancora danno qualche segno di vita.
Un turista svizzero di 50 anni ha scelto proprio Varese per trascorrere una notte di divertimento insieme ad un amico.
I due vanno per locali. Cenano, poi bevono. Bevono e bevono ancora. Sino a quando il turista non accusa il colpo. E alle 3 dice all’amico di aver bisogno di stendersi. E si accascia su una panchina. Anzi vi si sdraia proprio completamente stordito dall’alcol.
L’amico, stando alla versione fornita alla polizia di Stato, si allontana per qualche istante per recuperare dei farmaci non meglio identificati, che avrebbero a suo dire consentito allo svizzero di reggersi in piedi il tempo necessario a raggiungere il suo letto.
Ma mentre l’ubriaco è sdraiato sulla panchina ecco avvicinarsi il varesino. Il trentenne capisce immediatamente che l’altro non è in grado di reagire trovandosi a un passo dal coma etilico. Così gli fruga nelle tasche trovando il portafoglio contenente 50 franchi che il trentenne si infila in tasca. A quel punto, però, arriva l’amico dello svizzero, quello andato a prendere i farmaci.
E cerca di bloccare il ladro avendo capito quel che era appena successo. Ne nasce una colluttazione che vede il varesino stendere con un pugno in faccia il rivale.
Il parapiglia, però, ha richiamato l’attenzione di residenti e passanti. La questura è già stata allertata e sul posto arrivano in un lampo gli agenti della squadra volanti della polizia di Stato.
Il trentenne non si arrende. Fuori di testa inizia ad insultare i poliziotti. L’appellativo più mite è «bastardi», poi arrivano parole poco onorevoli all’indirizzo della mamme degli agenti. Non solo, il rapinatore strattona, spintona, rifiuta di fermarsi. Tanto che i poliziotti impiegano non poco per calmarlo e ammanettarlo.
Il pubblico ministero di Varesenon ha esitato un istante, visti gli atti, a far arrestare il trentenne.
Che ieri mattina, dopo una notte in cella, è comparso davanti al giudice che non gli ha scontato nulla.
Un anno e sei mesi, a tanto ammonta la condanna. Per un uomo che non ha offerto un gran servizio alla città. A una Varese che ambisce ad essere terra del turismo e che l’altro ieri notte non si è rivelata proprio del tutto accogliente. Lo svizzero ha comunque avuto giustizia immediata e si è visto restituire i suoi 50 franchi all’istante.