La pregiata eleganza dei suoi movimenti offensivi, ormai, non è più una novità: fa letteralmente godere con alcuni “giro e tiro” e giocando in velocità. La novità da sottolineare è la sua presenza nella zona, finalmente in versione stopper.
È tornato il leone invisibile, quello che non entra negli highlights delle migliori azioni ma diventa il principe del tabellino finale. Punti alla bisogna, rimbalzi, applicazione difensiva. Imprescindibile.
Nove assist e non va fuori giri praticamente mai. Fosse sempre questo, affidargli le chiavi dell’auto biancorossa non sarebbe un azzardo.
Non è facile essere chiamato a dare il proprio contributo, pronti via, dopo 50 giorni di stop: Ovidio il lituano ce la fa.
Il Lorenzo timido e (comprensibilmente) sprovveduto di alcune partite di coppa lascia il posto a un maturo giovanotto in grado di pungere e convincere. Sicuri di volerlo mandare in prestito?
Voto tutta difesa, perché in attacco è un po’ un pianto (1/9 al tiro). Mirkovic, però, uno dei pericoli segnati in rosso alla vigilia, sotto la sua guardia sparisce dal campo.
Solido e concreto. Non sbaglia un colpo in attacco e fa la voce grossa in difesa. Non difendere sui suoi tiri dalla media, per Minsk, è un peccato mortale
Migliore in campo. Anche perché è il primo a segnare la strada del match, attaccando il ferro senza paura, recuperando palloni in difesa e gonfiando la retina al tiro. Inizia così e non smette per ben 23 minuti. Ne abbiamo trovato uno in più?
Silenzioso, basilare, vellutato. Il lettone fa quello per cui è stato preso un mese e mezzo fa: segna pur senza farsi troppo vedere. E dà una grossa impronta difensiva.
Ancora una sua vittoria, che senza Ukic cementa il gruppo e cava il sangue dalle rape. Pistoia è stata il primo indizio di una crescita, Minsk diventa un capolavoro d’intensità, difesa a zona, attacco che gira e voglia di vincere.