Vendeva la cuginetta tredicenne agli spacciatori in cambio di droga. Poi l’idea: la ragazzina piaceva. E allora perché non imbastire un lucroso giro di prostituzione presentando la ragazzina come una rarità sessuale. A convincere la vittima a dire basta e a denunciare tutto è stato il fidanzato. Un cliente che si è poi innamorato della giovanissima schiava del sesso riuscendo a convincerla a denunciare ciò che subiva da anni.
È uno scenario raggelante quello scoperto dagli agenti della Polizia di Stato di Varese a Saronno. Le manette sono scattate l’altro ieri mattina quando il personale della seconda sezione della Squadra Mobile della Questura ha tratto in arresto una donna quarantenne nata in Marocco e residente a Saronno, in esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere emessa dal gip di Milano a suo carico, per i reati di sfruttamento della prostituzione minorile e induzione al consumo di stupefacenti, commessi ai danni della cuginetta.
Per la giovane vittima l’incubo ha avuto inizio nel 2011, quando la ragazzina aveva 13 anni e successivamente al rientro del padre in Marocco è stata affidata alle cure della cugina. La quarantenne, tossicodipendente, sin dal primo periodo di convivenza con la piccola, ha iniziato a portarla con sé quando si recava nei boschi ad acquistare la cocaina da spacciatori connazionali e ad offrirla agli stessi, quale “merce di cambio” con le dosi di droga.
Data l’avvenenza della minore, il “giro di affari”, divenuto in breve tempo cospicuo, è stato gestito su più fronti dalla donna che le procacciava anche telefonicamente gli appuntamenti. La stessa ha provveduto anche a consegnare i suoi documenti personali alla minore, inducendola a recarsi con i “clienti” in vari motel della zona. Lo sfruttamento della ragazzina, che è stato anche contraddistinto dall’induzione della stessa a far uso di stupefacente, è proseguito fino a quando la ragazza, conosciuto durante l’attività di prostituzione il suo attuale fidanzato, è stata convinta dallo stesso e dalla sorella ad abbandonare quello stile di vita.
La vittima attualmente si trova in una Comunità Protetta e sta affrontando con entusiasmo il suo nuovo percorso: ci vorrà tempo perché le ferite infertele, soprattutto sul piano psicologico, sono profonde, ma la giovane è motivata a tornare alla vita. Le indagini sono state coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Baj Macario, della Procura della Repubblica di Milano, che ha richiesto la misura della custodia cautelare in carcere, poi accolta dal gip, che ha portato all’arresto della donna presso il suo appartamento di Saronno.