E venne il giorno: oggi a Roma siederanno attorno allo stesso tavolo, quello del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il Governatore della Lombardia Roberto Maroni, l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e tutta la direzione sanitaria regionale. Obiettivo: avere un responso sul destino del punto nascite di Angera, con il chiaro e dichiarato intento da parte della delegazione lombarda di assicurare il futuro del reparto dell’Ondoli.
«No alla logica dei numeri e dei denari. Sì ad una sanità che mette davvero il paziente al centro di tutto». Alla vigilia dell’incontro decisivo, le mamme ribelli di Angera trattengono il fiato e tornano a ribadire il perchè della loro battaglia. Pochi giorni fa lo avevano fatto con una lettera indirizzata proprio al ministro Lorenzin: «Madre a sua volta – dicono oggi – promotrice del Fertility Day. Che non può quindi togliere ad altre madri strutture indispensabili come il nostro Punto nascite. Dovrebbe ascoltarci come donna, come madre e anche come politico. Perchè qual è se non quello di incontrare le esigenze dei cittadini e di fornire loro i servizi adeguati il ruolo di un politico?».
Sono mamme combattenti quelle di Angera che aspettano. «E non mollano – ribadiscono – ci è stato assicurato che entro il 31 gennaio la Pediatria riaprirà. Noi siamo qui, non ci muoviamo di un passo in attesa. E così faremo per il nostro Punto nascite». Le mamme ribadiscono: «La nostra battaglia per ora è volta a salvare due reparti che dall’oggi al domani ha chiuso i battenti lasciando in difficoltà e con l’amaro in bocca molte mamme al termime di gravidanza ,costrette
a dover partorire in un ospedale sconosciuto dove sei trattata da “numero “ in quei giorni dove un numero non bisogna proprio esserlo e dove intorno a sé ci dovrebbero essere solo cure tranquillità e sicurezza, cose che il punto nascite di Angera garantiva ampliamente e in modo egregio, oppure molti genitori che si trovano a dover percorrere parecchi chilometri per far curare il proprio figlio magari a volte facendogli rischiare la vita perché in alcuni casi non c’è il tempo per portarlo lontano. Ed ecco perchè andremo avanti sino a quando non otterremo ció che è giusto. Ciò che è necessario».
Necessario per un territorio di riferimento, quello dell’ospedale Ondoli, che cinta 13 comuni. «Circa 50 mila utenti – spiegano le mamme – che raddoppiano nel periodo estivo, perchè questa è una zona turistica. Perchè le strutture più vicine sono a 30 o 60 minuti di macchina da qui, che raddoppiano negli orari di punta. Perchè la chiusura di Pediatria e Punto nascite ha congestionato gli altri ospedali. Perché meritiamo un servizio sanitario adeguato. Che mette le mamme e i bambini al centro».