– Un anno fa, erano circa un centinaio le persone che avevano dato il via alla protesta con striscioni, cartelli e volantini. Nel giro di una settimana il numero dei presenti si era ridotto a 30 unità: la maggior parte erano disoccupati, aiutati da lavoratori che sfruttavano i turni o le pause pranzo per raggiungere la rotatoria e dare manforte.
Nelle prime giornate di presidio, il traffico è stato paralizzato dai manifestanti. Si sono sempre definiti «un gruppo di liberi e privati cittadini di diverse estrazioni, che intendono manifestare ed informare con coerenza ed intelligenza per esprimere dissenso contro tutta la classe politica». La loro protesta su strada si è trasformata in un presidio fisso, con tanto di gazebo, all’interno del parcheggio che si trova sul fianco della rotonda.
Ma piano piano l’attenzione da parte di automobilisti e cittadini nei confronti della loro protesta si è sempre più attenuata, passando nel l’indifferenza sociale. «Ci siamo demoralizzati, al momento è inutile continuare con il presidio – spiega , leader del Movimento varesino – Ora ci concentreremo sui singoli casi: aziende a rischio di chiusura, famiglie sfrattate, persone sul lastrico».