30 gennaio 1999, ore 23. Il silenzio di Induno Olona viene squarciato da alcune raffiche di mitragliatore. Sull’asfalto, di fronte al supermercato Esselunga di Induno Olona, restano i corpi senza vita di due guardie giurate: Giuseppe Coriglione e Mario Simonetta, di 38 e 48 anni. Padri di famiglia, falciati senza pietà da un commando interessato ai 280 milioni di lire dell’incasso. A quell’incursione, brutale e sanguinosa, seguono anni di indagini e di polemiche. In prima linea, il sindacato dei lavoratori di vigilanza, che fa notare come i due colleghi uccisi furono facile bersaglio dei loro carnefici, perché dei “panettoni” impedirono al furgone portavalori di accostarsi alla cassaforte. Il fatto sconvolse l’Italia intera, tanto da essere citato, indirettamente, nel libro di Massimo Carlotto, Arrivederci Amore Ciao, divenuto poi un film di Michele Soavi, con Alessio Boni.
Ieri la catena Esselunga è rimasta chiusa al pubblico in segno di lutto per la morte del suo geniale inventore e patron, Bernardo Caprotti. Da qui il mio appello: chi, in questi giorni, passasse al supermercato di Induno, si fermi un attimo e rifletta: perché tra tanti spazi di questa rigogliosa azienda, quel punto vendita riveste un significato diverso, più intenso e più doloroso. Lì, in quel luogo, mentre un impeto di condivisibile suggestione nazionale vi porterà a commemorare un grande imprenditore, cogliete l’occasione per ricordare anche loro: Giuseppe e Mario. Barbaramente uccisi, poco celebrati e troppo presto dimenticati.