– Un’avvenente ragazza contatta un uomo attraverso un social network e inizia un’amicizia che si fa ogni giorno più intima. Fino a quando la ragazza a un certo punto chiede al malcapitato di mandarle qualche fotografia provocante, in cui sia senza vestiti, possibilmente con la virilità in bellavista.
Ma appena l’uomo cade nel tranello, e spedisce qualche selfie scattato senza pudore, ecco che la vogliosa fanciulla trasforma i suoi apprezzamenti in ricatti, e inizia a minacciare,
del tipo: «Se non fai quello che ti dico, pubblico su internet le foto che mi hai spedito».
«Più di cento varesini, residenti in provincia, di età compresa tra i 20 e i 60 anni, hanno denunciato l’accaduto alla polizia postale. Ma sono probabilmente molti di più quelli che per vergogna non hanno detto nulla» spiega , responsabile della polizia postale di Varese. Che aggiunge: «La truffa è stata architettata dall’estero, cosa che rende difficile il tentativo di sventarla».
È solo il più eclatante di tanti, troppi esempi di truffe che viaggiano per via telematica. Al primo posto tra i raggiri online, però, ci sono gli acquisti effettuati in rete: più di 800 i residenti in provincia che si sono rivolti alla polizia postale di Varese per denunciare pagamenti a vuoto o ricezione di merce difforme da quanto pattuito.
Pochi, invece, i varesini minorenni che hanno denunciato adescamenti o episodi di cyberbullismo, cosa che porta a sostenere la tesi che in molti casi i ragazzi utilizzino internet con più coscienza degli adulti.
Delle truffe online capitate ai Varesini si è parlato ieri, in piazza Monte Grappa, a margine della campagna educativa itinerante “Una vita da social” organizzata dalla polizia di Stato sui temi dei social network. Presenti in piazza per aiutare i ragazzi a comprendere i pericoli del web anche il sindaco , il questore , l’attrice , l’attore e . La preoccupazione più frequente degli studenti (più di 700 quelli che hanno partecipato all’iniziativa) riguarda le conseguenze a lungo termine di quanto si fa online, con domande tipo: «È vero che le foto postate su internet rimangono in rete per sempre?».
Il messaggio che gli operatori hanno voluto dare è stato quello di non sentirsi soli. Il Corecom (comitato regionale per le comunicazioni della Lombardia) ha istituito a Milano anche lo sportello «help web reputation», che può intervenire relativamente a notizie immagini e video ritenuti offensivi della dignità.
«Al di fuori del penale, esistono numerosi casi pertinenza dei servizi psicologici – ha aggiunto il prefetto , anche lui intervenuto in piazza – Si tratta di fenomeni che non risparmiano nessuno e che è complicato aggregare per le differenze che li contraddistinguono». «Iniziative di educazione al corretto uso dei social network rivolte ai ragazzi – continua il prefetto – sono pregevoli e rappresentano una delle nuove frontiere dell’istruzione; devono diventare all’ordine del giorno».
Un piccolo sondaggio effettuato a campione svela che quasi il 100 per cento dei giovanissimi varesini utilizza WhatsApp, mentre sono solo il 30 per cento i minorenni iscritti a Facebook.