Non è mortifero come a Brescia, ma si prende comunque la responsabilità del match point e non lo sbaglia con un gioco da tre che dà aria e fiducia a Varese negli istanti finali. Nel resto della partita tira male e non la mette mai da tre.
Ad un passo da una nuova doppia doppia (12+9), OD mette sul campo tanta energia come suo solito, frenato però dai falli a carico. Commette un’ingenuità quando sbraccia e si becca un antisportivo che permette all’Orlandina di rientrare in corsa.
Lascia di sasso il palazzetto quando resta a terra nel secondo periodo, per fortuna è solo una botta. Incide meno rispetto alle abitudini, segna solo in lunetta ma serve sei assist sul piatto d’argento.
Anche lui viaggia costantemente con il motore a giri bassi a causa dei falli. E deve fare di necessità virtù.
Senza Cavaliero, con Avramovic panchinato, si prende la scena come anni fa: intuizioni sopraffine, canestri di importanza vitale, assist chirurgici. Diavolo d’un (quasi) quarantenne.
Dieci minuti in cui si applica difensivamente su Diener ma tentenna un po’ in attacco. Poi l’espulsione, una reazione su Stojanovic che a lui costa cara. È un errore: reagire così non è mai giusto, ma è comunque il simbolo di una squadra che non si fa più mettere i piedi in testa.
Il voto potrebbe essere un po’ più basso per gli errori che commette nel finale, ma è costretto agli straordinari e sfora per necessità quel minutaggio che gli consente di rendere al meglio. Un primo tempo da stropicciarsi gli occhi, una prova a rimbalzo clamorosa (otto offensivi), una presenza sotto canestro di qualità e quantità.
Gli undici punti in sedici minuti sono il simbolo di Ferrero: che giochi tanto o che giochi poco, ha sempre la qualità e la concentrazione per lasciare un segno nella partita. Sa quel che può dare, sa sempre sfruttare l’occasione.
Perché ci fa arrabbiare e soffrire, quando si mette in modalità “faso tuto mi” e non segna mai? Si trova spesso a forzare alcune conclusioni, sbaglia tanto, anche se impreziosire la sua partita con qualche gemma come la schiacciata in cui stacca da casa sua. Ah già: poi difende come un drago (3 recuperi). Come sempre.