Da una parte la cocente delusione per un (altro) obiettivo sfumato; dall’altra la necessità di rialzare subito la testa perché alle porte c’è un’altra sfida fondamentale. Il giorno dopo il netto 1-3 incassato dalla sua Unendo Yamamay per mano della Liu Jo Modena nella semifinale di Coppa Italia, il tecnico biancorosso Carlo Parisi non nasconde il dispiacere «per una partita giocata al di sotto delle nostre possibilità». Ma aggiunge: «Sono cose che possono succedere: ora dobbiamo solo pensare alla Dinamo Mosca».
Impossibile però non cominciare da una considerazione sulla brutta sconfitta con la Liu Jo. Se è vero che, come conferma lo stesso Parisi, la squadra ha reso al di sotto delle attese, questo lo si deve più a un problema di condizione o ai soliti limiti di fragilità psicologica già emersi in passato? «Non è che si debba cercare chissà quale spiegazione – premette Parisi – Semplicemente abbiamo perso un po’ perché ci siamo trovati di fronte una squadra che ha fatto molto bene,
un po’ certamente anche per qualche demerito da parte nostra. Va detto che siamo partiti con Diouf in condizioni non ottimali, visto che ha passato quasi tutta la settimana a letto con la febbre. A questo si è aggiunto, a partita in corso, il problema al tendine d’achille di Marcon, che ci ha un po’ obbligati a cambiare le carte in tavola».
Un problema la cui entità verrà valutata oggi: «In questo momento non si può ancora sapere nulla: Francesca convive da tempo con questo fastidio, che quando è più accentuato le impedisce di giocare, mentre altre volte si riesce a gestire senza troppi problemi. Oggi lo staff valuterà la situazione e ne sapremo di più».
Tornando alla gara di sabato: «Nel terzo set, seppure con un po’ di fatica, siamo riusciti a tornare in partita: se fossimo partiti bene anche nel quarto avremmo avuto la possibilità di riaprirla definitivamente guadagnandoci il tie break – spiega Parisi – Purtroppo non è successo. Ci siamo trovati di fronte una squadra che ha davvero giocato molto bene, mentre noi siamo stati al di sotto delle nostre possibilità. Certe cose però possono succedere. Spiace solo che sia accaduto in una partita importante come quella di sabato».
Già, il problema è proprio questo: perché una squadra che arriva carica all’appuntamento, poi si squaglia sul più bello? Avanziamo un parallelismo con la sconfitta nella semifinale di Coppa Italia dell’anno scorso con Piacenza, ma Parisi non è d’accordo: «In quell’occasione non avevamo proprio giocato – ricorda il tecnico calabrese – anche lì tra l’altro affrontammo una grande avversaria, capace poi di stravincere la finale. No, sono state situazioni diverse». Analogie o meno, resta il fatto che l’Unendo Yamamay torna da Rimini con la consapevolezza di aver visto sfumare anche il secondo obiettivo stagionale, dopo la Supercoppa italiana persa al tie break con Piacenza. E giovedì sera al PalaYamamay arriva la Dinamo Mosca nell’andata dei playoff 6 di Champions League.
Meglio tornare subito in campo per provare a trasformare la delusione in rabbia agonistica?
«Dobbiamo avere la capacità di valutare la sconfitta di sabato come un singolo episodio, non possiamo fermarci ad analizzare qualsiasi cosa ci accada. Dal 4 di gennaio non ci siamo più fermati – ricorda mister Parisi – non abbiamo proprio il tempo di metterci a fare troppe considerazioni. Non possiamo far altro che ricominciare a lavorare, da oggi, anche perché di cose da fare ce ne sono tante: ancora una volta si cambia pallone (dal Molten delle competizioni italiane al Mikasa della Champions League ndr) e dobbiamo prepararci al meglio per affrontare un’avversaria molto forte: lo sta dimostrando anche in campionato».
La via indicata da Parisi è dunque una sola: quella del lavoro: «Mettiamoci alle spalle la Coppa Italia e torniamo in palestra. Dobbiamo soltanto prepararci al meglio per provare a rendere la vita difficile a una squadra che punta dichiaratamente a raggiungere la final four».