Poste, il fronte è fragile ma non si arrende

La scarsa partecipazione dei sindaci all’incontro di sabato fa scalpore ma non toglie grinta ai leader. «Ci sentiamo presi in giro: i tagli si avvicinano e servono iniziative eclatanti, anche fuori dal territorio»

– L’indomani del clamoroso insuccesso dell’assemblea dei sindaci convocata sabato mattina a Brebbia dal sindaco , nella quale erano rappresentati solo 28 Comuni su 139, la protesta e le proposte dei primi cittadini contro il piano di razionalizzazione di Poste Italiane continuano a tenere banco.
«C’ero anch’io all’incontro col prefetto e i vertici regionali dell’azienda – ricorda , sindaco di Laveno Mombello – Poste Italiane in quella sede ci ha presi in giro, fregandosene delle esigenze dei Comuni e dicendo che avrebbe migliorato il servizio».

Bisogna passare dalla semplice protesta all’azione: «Ci vuole qualcosa di eclatante – sottolinea la prima cittadina lavenese – un’azione che i sindaci devono fare insieme, magari con Anci, ad esempio organizzando una manifestazione di protesta fuori dalla Regione con le fasce tricolori».
Sia a Laveno, che si vedrà ridurre gli orari dello sportello di Mombello, che a Vergiate, dove chiuderà l’ufficio di Corgeno, la raccolta firme ha avuto grande successo: ma occorre uno scatto in avanti.

/>«Le numerosissime assenze all’assemblea di Brebbia mi hanno scoraggiato e depresso – spiega il sindaco di Vergiate – La mia proposta è fare un pacchetto con tutte le firme raccolte nei Comuni e inviarle per cercare di sfondare questa porta, anche se la vedo dura».
Problemi analoghi di disservizi si vivono quotidianamente anche nel sud della provincia, come testimoniato dagli stessi sindaci presenti alla riunione di sabato. «Il primo che si dovrebbe arrabbiare per questa situazione è lo Stato e il governo, che dà dei soldi a Poste per un servizio che non viene dato – afferma , sindaco di Vizzola Ticino, che si vedrà ridotto l’orario dell’ufficio postale – Lo sportello che vogliono razionalizzare a Vizzola è vicino al terminal 1 di Malpensa: gli uffici periferici sono da valorizzare. Poste studi le inefficienze, ma la soluzione ai problemi non può essere la chiusura degli uffici».

Il tempo stringe, perché il piano di razionalizzazione presentato da Poste, che prevede 7 sportelli chiusi e 15 con orario ridotto, entrerà in vigore il 13 aprile, ma i problemi si accumulano.
«È doveroso provare a fermare la chiusura degli uffici – ha detto , sindaco di Arcisate, dove cesserà lo sportello di Brenno Useria – Non dimentichiamo però il problema dei ritardi nella consegna della corrispondenza a domicilio, su cui purtroppo al momento non c’è alternativa vera a Poste: questo disservizio deve finire e la posta deve essere recapitata in tempi certi. Deve cambiare la politica del governo su Poste e per fare questo deve arrivare un segnale dal basso».