«Sono innocente». , assistito dall’avvocato , è comparso davanti al gip di Milano in sede di interrogatorio di garanzia. Siniscalchi non fornisce molti dettagli: «Il mio assistito ha risposto alle domande del gip, non si è avvalso della facoltà di non rispondere. Può chiarire la sua posizione e lo farà».Lonardoni è stato arrestato lunedì, con altre 13 persone, in seno all’operazione coordinata dalla Dda di Milano che mette in relazione affari, o meglio mazzette, tra clan della ’ndrangheta e società pubbliche per la gestione di appalti e subappalti.
Lonardoni, saronnese, a capo della sicurezza di Nord Ing, controllata di Ferrovie Nord di cui il padre fu amministratore delegato (oggi è assessore ai lavori pubblici del Comune di Saronno), è accusato di aver intascato una mazzetta da 50 mila euro per favorire alcune imprese nella realizzazione del tratto di collegamento ferroviario tra T1 e T2 a Malpensa: il famoso trenino la cui partenza è molto in ritardo. A lui, come agli altri sodali, i clan offrivano anche escort e champagne,
secondo quanto affermato dalla Dda e dal gip in un’ordinanza lunga 202 pagine.
«C’è da mangiare per tutti, c’è da mangiare per tutti, non è che dici…». Il riferimento, che emerge dalle intercettazioni, per la Guardia di Finanza di Milano, è ai lavori nell’aeroporto internazionale di Malpensa. A parlare è , imprenditore di origine calabrese, conversando con un altro imprenditore lombardo, .«Abbiamo giocato sempre a carte scoperte Vento – dice Piccoli ad Austoni – mai fatto i furbi e mai niente… C’è da mangiare per tutti, c’è da mangiare per tutti, non è che dici…». Nell’intercettazione contenuta nell’ordine di custodia firmato dal gip , i due imprenditori parlano proprio del subappalto al centro dell’inchiesta, quello per il collegamento ferroviario tra Terminal 1 e 2 dell’aeroporto di Malpensa. Piccoli spiega all’interlocutore che c’è «l’ok per poter inserire sia a noi che a voi».Un altro degli arrestati, , riferendosi ancora al subappalto dice: «È grosso questo (…) vale 100 e passa milioni».
Nel frattempo Ferrovie Nord ha sospeso Lonardoni, privandolo della retribuzione. «Si tratta di una decisione – spiega il presidente del Gruppo Fnm – assunta in via cautelativa e immediatamente efficace. Eventuali ulteriori provvedimenti verranno valutati quando ci sarà un quadro più chiaro degli eventi»., braccio destro di Lonardoni e a sua volta arrestato, ha invece terminato il suo incarico in NordIng lo scorso 30 settembre. «Come già chiarito al momento degli arresti– aggiunge Gibelli – ribadisco che nessuna società del Gruppo FNM è coinvolta nell’indagine. In ogni caso, sono già state avviate, da parte delle competenti funzioni societarie, tutte le opportune verifiche su quanto avvenuto. Siamo pronti, se venisse richiesto, a collaborare e a dare ogni supporto possibile alla magistratura».