VARESE Primo round di epurazioni, i vertici della Lega scelgono la linea morbida. «Basta beghe» annuncia il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini. Tra i cinque espulsi c’è un varesino, ma non è Marco Reguzzoni, la cui posizione rimane «congelata».
Ieri in via Bellerio si è riunito il comitato di garanzia e disciplina del Carroccio: attorno allo stesso tavolo il segretario federale Roberto Maroni, il presidente Umberto Bossi, il responsabile organizzativo Roberto Calderoli e i segretari nazionali.
Hanno preso in esame una serie di richieste di provvedimenti disciplinari su «episodi relativi al 2012 e al 2011, la cui istruttoria si era protratta e quindi non hanno nulla a che vedere con i casi di proposta di espulsione dei giorni scorsi». Niente a che vedere con i fatti di Pontida o con le richieste “illustri” di settimana scorsa. Alla fine sono cinque su 17 i militanti epurati, con decisione unanime: l’unico nome noto è il consigliere regionale della Liga Santino Bozza, che aveva chiesto di votare Pd alle elezioni. In Lombardia? «Abbiamo espulso una persona che attendeva da una vita» chiarisce Salvini spiegando che per il resto «abbiamo parlato di cose concrete, non di beghe o di litigi, ma di cose da fare».
E così la montagna partorisce il topolino. Per il momento. Se i maroniani di Varese hanno sempre puntato all’espulsione dell’ex capogruppo Reguzzoni, si ritrovano, per il momento, solo con il “benservito” a Maurizio Bernasconi. Avvocato di professione, è consigliere comunale a Morazzone, comune che ha come sindaco proprio il segretario provinciale Matteo Bianchi.
La richiesta di espulsione di Reguzzoni potrebbe invece non andare più in discussione. La posizione dell’ex capogruppo «è stata congelata», come ribadisce una nota di via Bellerio, mentre gli altri destinatari dei provvedimenti di Lombardia e Veneto verranno giudicati «non prima di una decina di giorni».
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s.bartolini
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