«La giornata è andata meravigliosamente, è stato un momento bello da vivere e da condividere». Ci si potrebbe fermare alle prime parole del sindaco per raccontare la mattinata alle scuole primarie di Azzate spesa a tavola con quasi 130 bambini, piatti tipici nigeriani e quattro richiedenti asilo. Ma con la stessa semplicità con cui bimbi e adulti hanno condiviso i sapori e la cultura di una cucina misteriosa e “diversa”, il sindaco ha voluto condividere con noi le emozioni di una giornata speciale.
C’erano quasi tutti i ragazzi che di solito, al martedì, si fermano alla mensa, c’era il sindaco con due responsabili della cooperativa che si occupa dei richiedenti asilo, c’era l’assessore ai servizi della persona Marangon, l’assessore ai servizi educativi Baraldo e c’erano i quattro richiedenti protezione internazionale, tutti quanti seduti insieme in mezzo ai bambini. «I ragazzi nigeriani si sono presentati e con grande naturalezza ci siamo seduti insieme ai bambini – racconta Bernasconi – E sempre con grande naturalezza si è cominciato a chiacchierare un po’ in italiano e un po’ in inglese. È stato simpaticissimo vedere i bambini provare a parlare e formulare domande in inglese e i ragazzi nigeriani provare in italiano».
Cucinati dal servizio mensa della scuola, sono stati portati ai tavoli piatti dai colori bellissimi. Due le portate: riso thai con curcuma e del pollo e dei fagioli con delle patate. «Abbiamo mangiato davvero molto bene, qualche bambino ha fatto il bis, qualcuno anche il tris». Poi si è usciti in cortile, all’aria aperta, per un po’ di chiacchiere. I richiedenti asilo hanno raccontato le loro storie, hanno parlato dei propri figli e di come si trovano in Italia e ad Azzate. E i bambini hanno raccontato le loro di storie, tra la passione per il calcio e i giochi tipici del cortile. Il tutto con grande semplicità. «I bambini non si fermano davanti a certi muri – continua – Anche oggi noi adulti abbiamo imparato qualcosa dai bambini: attorno ad un tavolo tutte le diversità si sciolgono e si arriva all’essenza».
Una giornata all’insegna della cultura. Non solo alimentare, ma anche umana. «In tutta la mattinata nessun bimbo ha parlato di “clandestini” o di “extracomunitari”, non c’è stato bisogno di spiegare nulla, merito anche dei genitori. E verso fine mattinata, quando i ragazzi nigeriani stavano andando via, un bimbo li ha rincorsi. Saltellando un po’ sulle punte, ha toccato la spalla di uno di loro, lo ha ringraziato e lo ha abbracciato. Meraviglioso».
Ecco, i bambini, si sa, ne hanno di cose da insegnare. Intanto ieri ha vinto l’integrazione. No, ha vinto l’umanità.