Il pirata di Brebbia si stava allontanando

«Non l’ho visto», così si sarebbe giustificato davanti ai carabinieri l’albanese di 23 anni arrestato l’altro ieri per essere fuggito dopo aver travolto e ferito gravemente un ragazzino di 14 anni.

L’albanese non ha la patente (o meglio ne ha una conseguita in Albania che in Italia non è valida) ed era già stato fermato e denunciato per questo lo scorso gennaio. Quando i militari di Besozzo l’hanno rintracciato e fermato il giovane era in fuga: era a bordo dell’Alfa Romeo di un amico e stava per prendere il largo sperando di farla franca.

La Ford Focus grigia comprata tre mesi fa da una donna italiana (totalmente estranea alla vicenda) era già stata nascosta in garage e lavata del sangue che il piccolo Alberto aveva lasciato sul parabrezza e sul cofano mentre veniva travolto e scaraventato sull’asfalto. Il pubblico ministero , analizzati questi dati, ha chiesto la convalida del fermo: l’albanese comparirà questa mattina davanti al gip .

Forse racconterà anche al giudice per le indagini preliminari di non essersi accorto di aver investito il piccolo ciclista che, uscito da casa pochi minuti prima, pedalava spensierato lungo la provinciale 32 diretto all’oratorio.

Un’occhiata alle fotografie della Focus protagonista dell’investimento basteranno a smontare questa ipotesi: la dinamica con il passare delle ore si sta chiarendo. Il ragazzino non stava attraversando la strada: la Focus l’avrebbe urtato con lo specchietto laterale caricandolo direttamente sul cofano, facendogli sbattere la testa contro il parabrezza e poi sbalzandolo via. Impossibile non accorgersi di quanto stava succedendo.

Tra l’altro sono in corso accertamenti anche sulla velocità di percorrenza della Ford: l’auto viaggiava almeno a 30 chilometri orari oltre il limite consentito in quel tratto di strada.

Infine la macchina risultava assicurata in prima battuta: ma la polizza era vecchia; l’albanese ha lasciato scadere la copertura stipulata dall’ex proprietaria dell’auto senza mai rinnovarla. Ad oggi al pirata vengono contestati i reati di omissione di soccorso, lesioni gravissime e guida senza patente. Tra l’altro la precedente denuncia impedirà al giovane di negare di essere al corrente della non validità della sua patente albanese. Il pubblico ministero ha già chiesto gli arresti domiciliari.

Alberto, intanto, è stato sottoposto a un delicato intervento di riduzione dell’ematoma subdurale. È ricoverato nel reparto di terapia intensiva del Circolo di Varese: la prognosi resta strettamente riservata e le condizioni sono serie ma stabili.

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