Le educatrici dicono basta. Dopo Pasqua scatterà lo sciopero

Annuncio dei sindacati: «Protesta davanti al Comune, prime diffide e messe in mora»

Educatrici verso lo sciopero: dopo Pasqua manifesteranno davanti a palazzo Gilardoni. «Partiranno le prime diffide e messe in mora» annuncia il sindacalista di Adl .

È sciopero: lo ha deciso l’assemblea del personale degli asili nidi e delle scuole materne, che mercoledì si è riunito per fare il punto alla luce del fallimento del tentativo di conciliazione in Prefettura. Le educatrici a questo punto scenderanno in piazza per far sentire la loro voce, di fronte ad un’amministrazione comunale che continua a reiterare il quesito alla funzione pubblica come via d’uscita della controversia sulle indennità di turno, non più pagate dall’inizio dell’estate.

Alle educatrici non basta, così con il sostegno dei sindacati Adl, Cgil e Cub, hanno deciso di passare alla lotta: un’ora di sciopero (probabilmente il 19 aprile, appena dopo Pasqua), seguita da un’assemblea convocata di fronte al palazzo municipale. «L’ora di sciopero è quello che la legge consente di fare – fa notare Sartorato, componente dell’esecutivo provinciale di Adl – sarà diversificato tra nidi e scuole dell’infanzia e provocherà disagi all’utenza. Ma la lotta deve continuare,

contro una presa di posizione assurda. Continuiamo a chiederci perché sia stata fatta questa scelta, visto che per l’amministrazione è a costo zero». Aggiunge il sindacalista: «Siamo talmente convinti di essere dalla parte della ragione, che chiederemo al giudice un decreto ingiuntivo per ottenere le somme che spettano alle educatrici. E andremo avanti anche se la funzione pubblica dovesse rispondere picche». Alle dipendenti comunali è stato consegnato un modulo per la diffida e messa in mora dell’amministrazione: ciascuno sarà libero di aderirvi.

Resta aperto anche il problema del calendario scolastico, per il quale alle educatrici è stato coattivamente preso un giorno ferie in occasione dei ponti del primo novembre, dell’8 dicembre e di Carnevale. «Dispiace andare per vie legali, perché sono soldi dell’amministrazione, anche se auspichiamo che prima o poi qualcuno finisca per pagare, e non sempre Pantalone. Però l’avvocato ci ha consigliato di agire, altrimenti l’inerzia rischia di essere pagata dalle educatrici».