– Spendere ogni anno 4.500 euro per riservare dei parcheggi che nemmeno può utilizzare. Ma senza i quali non potrebbe tenere aperto il proprio bar. Succede a , titolare del Verba Volant di via don Minzoni.
E, come a lei, a chiunque decida di aprire un nuovo esercizio pubblico, non importa che si tratti di un bar o di un ristorante, all’interno della zona pedonale. Il motivo si nasconde dietro una formula in “burocratese”, che di per sé suona come una contraddizione: «patto unilaterale d’obbligo».
In pratica, racconta la titolare del locale che si trova di fronte al Teatro delle Arti, «sulla base della planimetria del bar viene calcolato un numero di parcheggi che il gestore deve riservare all’interno di un autosilo privato». E già qui c’è un primo paradosso: non è possibile sottoscrivere l’accordo con il Seprio Park, struttura che fa capo al comune e ad Amsc. Bisogna invece rivolgersi al mercato privato. Eppure il silo di via Bottini ha bisogno di clienti come dell’aria.
Ma, spiegano dall’ufficio Tecnico, il Seprio Park è già considerato uno standard pubblico. Ovvero uno spazio a servizio della collettività. E dunque non può rientrare in questo tipo di accordi. Carabelli, dunque, ha stretto un accordo con un autosilo privato. «Mi è appena arrivata la fattura per il 2015». Il costo è di 3.744 euro che, con l’aggiunta dell’Iva, arrivano a 4.567,68. «Devo farne, di caffè, per arrivare a questa cifra». Una somma analoga l’ha spesa lo scorso anno, visto che ha aperto solo alla fine del 2013.
E non è tutto: «ho dovuto cedere i parcheggi che ho riservato al comune facendo un atto notarile da un migliaio di euro». Sì, perché i posti nemmeno sono riservati per il bar: chiunque ci può posteggiare, ovviamente pagando al silo quanto dovuto per la sosta.
«Per me è un giramento di scatole. Onestamente, queste erano spese che non avevo preventivato». E che incidono sul bilancio dell’attività. Il fatto è che ora rischia di arrivare la beffa. «La norma è assurda», ammette l’assessore alle Attività economiche , al punto che è stata abolita con la variante al piano di governo del territorio. O meglio, è stata modificata. I parcheggi vanno pagati comunque, ma solo quando si apre l’attività. La spesa, in altre parole, da annuale diventa una tantum. Ma questo vale per chi apre una nuova attività. E chi ha “sottoscritto” il patto unilaterale d’obbligo? «Per quelli rimasti dentro questo meccanismo dobbiamo trovare una soluzione», ammette Protasoni. Come a dire che una soluzione ancora non c’è. C’è invece la rabbia di gestori come Carabelli. E un dubbio: «ma risolveranno il problema prima di fine anno?».