– Allarme per possibili infiltrazioni mafiose anche nei piccoli Comuni della provincia di Varese da parte del sindaco di Brenta .
Il primo cittadino si rivolge ai suoi colleghi, affinché non sottovalutino il problema; ma è tutto il territorio nel suo insieme, a dover dare una risposta unitaria.
«Sicuramente, la capacità di fare sistema può essere uno strumento utile alla creazione dei necessari anticorpi, anche attraverso la capacità degli imprenditori, degli amministratori ed in particolare dei sindaci – dichiara Ballardin – per attivare sinergie di crescita territoriali, rispettando e facendo rispettare le regole, evitando i compromessi che, nella logica della spartizione politica, sono il terreno fertile della mafia».
L’allarme del sindaco di Brenta prende le mosse da alcune considerazioni oggettive. L’errore di partenza è
quello di sostenere che le mafie al Nord non esistano, e meno che mai in provincia di Varese o nei piccoli Comuni. Il ragionamento del primo cittadino parte dall’analisi dei dati pubblicati dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università di Milano, diretto dal professor e agli atti della Commissione parlamentare antimafia.
«Da questi dati – osserva Ballardin – sembra che anche nelle zone pseudo pulite della Lombardia sia presente da anni un’indefinita zona grigia che alimenta l’economia illegale in quanto vi sono imprese sommerse e coinvolte».
I dati trimestrali dell’Osservatorio guidato da Dalla Chiesa evidenziano la presenza di ben 83 beni confiscati alla criminalità in provincia di Varese, di cui la metà nel capoluogo e l’altra nei piccoli Comuni.
La vicinanza con la Svizzera, l’aeroporto di Malpensa, il contesto urbano di Gallarate e Busto Arsizio, ma anche quello costituito da realtà più piccole: la criminalità organizzata ha diverse strade per infiltrarsi, soprattutto in questa fase di crisi economica.
«Vi è un acuirsi delle organizzazioni malavitose che si concentra, anche sui nostri territori – afferma il sindaco – Ad esempio nel controllo del gioco illegale, nella distribuzione di macchinette e probabilmente anche nei negozi di compro oro, per non parlare dell’edilizia, dell’usura e nella vendita illegale di animali».
Ballardin cita poi i dati di un’indagine promossa da Assimpredil Ance, l’associazione delle imprese edili: il 100% degli intervistati in Lombardia ritiene che in questo settore ci siano infiltrazioni mafiose. Guai a sottovalutare questo problema in provincia di Varese e tra i piccoli Comuni: «La disattenzione istituzionale e sociale del territorio – conclude – può avere conseguenze fatali. Per respingere i tentativi di infiltrazione delle mafie occorre fare sistema e per primi devono essere i sindaci a far rispettare le regole, senza compromessi».