– Velista inghiottito dalle acque gelide del Lago Maggiore muore nel giro di pochi minuti: la tragica sorte è toccata ieri a , 70 anni di Legnano. La sua barca era attraccata in un cantiere nautico in località Bruschera di Angera. Forse voleva approfittare del sole e della bella giornata dalle temperature quasi primaverili per fare un’escursione sul bacino a caccia di relax e tranquillità all’aria aperta. Ma intorno all’ora di pranzo qualcosa è andato storto.
Pochi minuti prima di mezzogiorno, infatti, l’uomo è scivolato in acqua. Aveva appena abbandonato la costa, non aveva coperto più di una quarantina di metri dalla riva, quando per motivi ancora in fase di accertamento è finito giù dalla barca. Potrebbe aver accusato un malore, o magari potrebbe aver messo un piede in fallo, scivolando. Fatto che che in un attimo si è ritrovato immerso nelle freddissime acque del lago che non gli hanno lasciato scampo.
L’ipotesi più probabile resta quella del malore, anche se sulla dinamica si aspettano ancora tutti gli accertamenti del caso. Nessuno avrebbe assistito al momento preciso nel quale Branca, dopo aver perso l’equilibrio, è precipitato nel lago Maggiore. Ogni possibile tentativo di risollevarsi potrebbe essere stato vanificato dalla temperatura rigida del bacino: non soffiava vento, ma il sole non aveva avuto il tempo necessario per riscaldare l’acqua del lago.
Branca è morto annegato, anche perché nessuno ha avuto la possibilità di dargli una mano. I pescatori lo hanno visto uscire dal molo, ma nessuno ha visto ciò che gli è successo pochi minuti dopo mentre si stava avventurando sul lago. Gli agenti della polizia locale di Angera, insieme ai pescatori, hanno lanciato l’allarme quando hanno notato che la barca veleggiava senza nessuno a bordo.
Branca era salpato da poco, ma di lui non c’era
più nessuna traccia. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti anche i vigili del fuoco di Malpensa che si sono alzati in volo con l’elicottero. Dopo pochi minuti hanno individuato il corpo senza vita del velista: era adagiato a circa tre metri di profondità su un fondale. Per lui non c’era purtroppo nulla da fare.
Sul posto sono intervenuti i mezzi del 118, gli uomini della Squadra Nautica della polizia provinciale e i carabinieri della stazione di Angera, coordinati dai colleghi della Compagnia di Gallarate. I militari hanno raccolto alcune testimonianze in modo da fare piena luce sulle circostanze dei fatti, ma saranno gli esami autoptici a chiarire con esattezza le cause del decesso. Gli investigatori si sono soffermati a lungo nella zona per non tralasciare elementi utili alle indagini.