– Fuga di monossido: tragedia sfiorata a Induno Olona. Madre e figlia intossicate finiscono in ospedale: per fortuna non sono gravi. La perdita forse è arrivata dalla caldaia di casa. L’allarme è scattato ieri poco dopo le 19 in via San Giovanni Bosco. Madre e figlia, settantenne la prima trentenne la seconda, si trovavano all’interno dell’abitazione di famiglia. Secondo una prima ricostruzione sarebbe stata la madre a sentirsi male per prima.
Nausea, forte mal di testa, capogiri e uno strano torpore. La figlia ha accusato gli stessi sintomi poco dopo. Le due donne sono riuscite a chiedere aiuto e, assistite dai vicini, sono state soccorse. Sul posto sono intervenute le ambulanze del 118 insieme ai vigili del fuoco di Varese. Le due donne, rimaste sempre coscienti, sono state trasportate in ospedale per accertamenti. Fortunatamente si sono rese conto rapidamente che qualcosa non andava, evitando il peggio: l’intossicazione
da monodossido può rivelarsi fatale. In questo caso è stata leggera e madre e figlia sono state dimesse dopo essere state sottoposte alle cure del caso. I vigili del fuoco hanno lavorato per isolare la perdita. La fuga del pericoloso monossido, che è insidioso in quanto inodore, è stata causata presumibilmente dalla caldaia. L’impianto, come da prassi, è stato messo sotto sequestro. Saranno i tecnici dell’Asl, ente competente per la gestione di casi simili, ad accertare a cosa la fuga possa essere imputabile. Se a un cattivo funzionamento dell’impianto, a cattiva manutenzione oppure ad un guasto. L’incidente ha fatto sì che via San Giovanni Bosco si riempisse di gente ieri sera. Per alcuni istanti si è parlato di una fuga di gas. Temendo un esplosione molti residenti sono usciti di casa e si sono allontanati spontaneamente. Gli accertamenti hanno escluso che vi fosse pericolo per i residenti e la situazione si è tranquillizzata. Settimana scorsa un fatto identico era avvenuto a Morazzone in via XXVI agosto. In quel caso è rimasta intossicata dal killer silenzioso un’intera famiglia: madre padre e tre figli, uno di 9 anni, uno di 7 e un bimbo di appena pochi mesi.
Il monossido in quel caso si sarebbe sprigionato da un braciere utilizzato per riscaldare l’ambiente e cucinare. Pare che dopo aver riscaldato l’ambiente domestico, il braciere fosse stato sistemato all’esterno dell’abitazione, ma ormai l’alloggio della famiglia era saturo di monossido. La sostanza tossica ha azzerato il livello di ossigeno, rendendo l’aria irrespirabile. A quel punto sono comparsi i primi sintomi da avvelenamento ed è scattato l’allarme. La situazione più preoccupante è subito apparsa quella del neonato. Il personale sanitario ha sottoposto tutta la famiglia ai primi interventi di soccorso e anche l’alloggio è stato messo in sicurezza e bonificato. A quel punto, per evitare che potessero insorgere complicazioni, i cinque sono stati trasportati all’ospedale di Niguarda a Milano dove sono stati sottoposti a trattamenti mirati. Fortunatamente adesso stanno tutti bene.