Comunione e Liberazione dal Papa: centinaia i varesini in piazza San Pietro.
Oltre 80mila persone si sono radunate, ieri, arrivando da 47 Paesi del mondo per l’udienza concessa da nel 10° anniversario della morte di don e nel 60° dell’inizio del movimento da lui fondato.
«L’affluenza è stata incredibile – racconta , responsabile di Cl a Varese – La piazza era gremita da decine di migliaia di persone. Non ho dati certi, ma da Varese saranno arrivati circa 1.500 fedeli».
In auto, treno o bus non hanno voluto perdere l’occasione di ritrovarsi di fronte al pontefice, per ricordare la loro storica guida.
«Ci ha parlato – prosegue Petroni – avendo proprio bene in mente chi fossimo. Sarà bellissimo potersi soffermare e rileggere, nei prossimi giorni, quanto ci ha detto. Ci ha accolto con parole per noi importanti e con un atteggiamento familiare, non formale».
Bergoglio, con benevola paternità, «ha indicato dove guardare per andare più
a fondo a ciò che stiamo vivendo, ha ricentrato tutto il nostro cammino. Nel far questo ha ripreso lo spunto iniziale, originale e essenziale di Giussani e lo ha riassunto nel concetto di andare alle origini del cristianesimo».
La bellezza di un popolo: questo rimarrà negli occhi di . «Abbiamo vissuto tutti la stessa esperienza – spiega – Ricordare don Giussani col Papa è stato ciò che abbiamo sempre desiderato in unità con la Chiesa, e per l’esperienza che stiamo facendo è un gesto significativo».
L’intervento di don , successore di Giussani, per Benzoni «è stato nel segno della figliolanza, colma del desiderio di affermare e ribadire l’essere figli della Chiesa. Nel suo discorso, Papa Francesco ha esortato a “tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri”. Oggi don Giussani non c’è più: il pontefice ci ha esortati a riportare il fuoco che ha fatto nascere questo movimento che ha da sempre come centro Gesù Cristo. È un’esortazione che accogliamo con piacere, desiderosi di seguirla».
Carrón stesso ha sottolineato: «Solo questa esperienza dello sguardo di Cristo, che genera “sorpresa”, “stupore” e ci fa sentire “legati a Lui”, ci impedirà di soccombere a qualsiasi tentativo di autoreferenzialità e ci permetterà di scoprire in ogni uomo che incontreremo quel bene che porta, come ci ha insegnato sempre don Giussani».
È stata una giornata «essenziale – secondo , tra i varesini in piazza -. Il Papa è andato al fondo, senza fronzoli, di quella che è l’esperienza che facciamo e del cammino su cui siamo».
C’è un’immagine particolarmente evocativa che per Vincenzo rimarrà legata all’avvenimento: «La “Vocazione di San Matteo” di Caravaggio. Il Papa l’ha usata per richiamare l’idea della chiamata. È un’immagine a noi molto cara. L’esperienza del movimento è l’incontro. Un incontro per il quale Dio ci aspetta prima. Quando arriviamo, era già là in attesa».
sottolinea quanto sia emersa l’idea di paternità: «Qualcuno vicino che ti conduce, ti guida e ti richiama. Il centro non è il carisma del movimento, che pure è importante, ma Cristo».
«Dopo sessant’anni – ha sostenuto, infatti, papa Bergoglio – il carisma originario di Comunione e Liberazione non ha perso la sua freschezza e vitalità». Raccogliere questa eredità significa però non «ridursi a un museo di ricordi, di decisioni prese, di norme di condotta. Il centro è uno solo: Gesù Cristo».
«E poi – conclude Laura – è emersa la compagnia con la quale abbiamo fatto questo viaggio, che ci sostiene. Una piazza così piena non l’ho mai vista. Sono andata via felice da Roma».
Il prossimo appuntamento per il movimento varesino sarà mercoledì 11 marzo alle 21, quando al teatro Ucc di Varese sarà proiettato il film “Don Luigi Giussani 1922-2005. Il pensiero, i discorsi, la fede”.