Monaco; Il giorno di Joe Biden, fra l’Iran e la Russia


Monaco, 7 feb. (Apcom)
– Il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe
Biden, oggi alla Conferenza internazionale per la sicurezza di
Monaco darà le prime indicazioni sulla politica estera
dell’amministrazione Obama; l’Iraq e l’Afghanistan (con la
richiesta di rinforzi agli alleati in quest’ultimo paese)
dovrebbero essere in cima alla lista delle priorità. Biden ha
inoltre oggi un incontro bilaterale con il vicepremier russo
Sergei Ivanov, il primo incontro fra esponenti delle
amministrazioni Obama e Clinton

Il delegato iraniano, Ali Larijani, da parte sua ha dato il
benvenuto al nuovo governo Usa affermando che si tratta di una
“opportunità d’oro” per migliorare i rapporti; ma il presidente
del parlamento di Teheran ha anche sottolineato che ci vorrà più
di qualche intervista da parte di Barack Obama per restaurare le
relazioni fra Stati Uniti e Iran. “Bisogna abbandonare la vecchia
politica del bastone e della carota, passare dalla scacchiera al”
ha affermato riferendosi alla strategia occidentale di alternare
minacce e incentivi per convincere l’Iran ad abbandonare il suo
programma nucleare.

L’argomento di questa mattina a Monaco è “Il futuro della
sicurezza europea”; entro l’una sono iscritti a parlare la
cancelliera tedesca Angela Merkel, il primo ministro polacco
Donald Tusk, il presidente francese Nicolas Sarkozy, e infine uno
“statement”, una dichiarazione di Joe Biden.

Per il vicepresidente, l’incontro con il russo Ivanov sarà
probabilmente il momento più delicato della giornata. Anche il
Cremlino sta valutando fino a che punto avanzare sulla strada
della distensione con l’amministrazione Obama e anche Mosca sta
usando il bastone e la carota. L’altro ieri, il Kighizistan ha
annunciato la chiusura della base aerea statunitense sul suo
territorio che riforniva aiuti alla missione internazionale in
Afghanistan; una decisione verosimilmente orchestrata dal
Cremlino, ma contemporaneamente la Russia si è detta disponibile
a far passare forniture – purchè non militari – sul suo
territorio verso l’Afghanistan e attraverso il tagikistan
(Dushanbe ha subito aderito alla richiesta statunitense in questo
senso).

Sul tavolo ci sono i controversi progetti dell’amministrazione
Bush per lo scudo missilistico nell’est dell’Europa. “Il
presidente Medvedev ha detto fin dall’inizio e senza equivoci che
se non ci solo missili intercettori in Polonia e Repubvblica
Ceca, non ci saranno (missili Iskander russi) nell’enclave di
Kaliningrad” ha detto Sergei Ivanov.

Joe Biden avrà altri incontri bilaterali: con Angela Merkel, con
il premier ucraino Yulia Tymoshenko e con il presidente russo
Nicolas Sarkozy sarà il primo contatto della nuova
amministrazione di Washington. Domenica incontrerà il presidente
georgiano Mikheil Saakashvili.

Ieri, aprendo i lavori della conferenza, che durerà fino a
domenica, il ministro degli Esteri russo Frank Walter Steinmeier
ha lanciato un appello per avviare il disarmo nucleare: “Ho
sentito un segnale incoraggiante a Washington in direzione di una
riduzione significativa delle armi nucleari strategiche. I tempi
stringono”, ha detto il capo della diplomazia tedesca, rientrato
martedì da una visita negli Stati Uniti.

“Il precedente trattato (START 1) arriverà presto a scadenza (a
dicembre, ndr), e non restano che 11 mesi per negoziare il nuovo
accordo”, ha spiegato il ministro tedesco, all’inizio di una
sessione intitolata “Non proliferazione, controllo degli
armamenti e avvenire degli delle armi nucleari: l’opzione zero è
possibile?”. A venti anni dalla fine della Guerra fredda, Stati
Uniti e Russia sembrano pronti a discutere una nuova riduzione
delle armi nucleari. “Bisogna agire con urgenza”, ha affermato
Steinmeier.

Aqu

© riproduzione riservata