«Il nome di Laura per sempre a Cardano»

L’appello - Intitolare alla “Sindaca” il palazzo comunale il prossimo 2 luglio: «Serve un segno indelebile»

– Il palazzo municipale di Cardano al Campo porterà il nome della Sindaca. Un «segno indelebile»: lo chiederanno tutti i gruppi consiliari in una mozione, con la speranza di riuscire a celebrare l’intitolazione il 2 luglio, nel terzo anniversario dall’aggressione che costò la vita alla Sindaca.
«Negli ultimi mesi passava più tempo in Municipio che a casa. Non poteva esserci scelta migliore» ammette, il marito di Laura, che lunedì insieme al figlio e all’ex vicesindaco era a Sala Bolognese, dove è stato inaugurato un giardino pubblico intitolato proprio a Laura Prati. Quello annunciato ieri mattina dal sindacoè «l’inizio di un percorso istituzionale, nato dalle sollecitazioni di tanti, per avere un segno permanente di ricordo di Laura».

La mozione è in fase di elaborazione, con il contributo di tutti i gruppi consiliari, maggioranza e opposizione. «La memoria della Sindaca unisce al di là dei colori politici” affermano con una sola voce i capigruppo (Cardano Vive), (Cardano Rinasce), (Cardano in Comune) e (Movimento Cinque Stelle). «Vogliamo che Laura venga ricordata sempre – sottolinea il sindaco Bellora – e che Cardano rimanga altrettanto nota come presidio di quei valori che ha portato avanti per una vita.

In quel Municipio che era la sua casa».
Condivide in pieno la scelta il marito di Laura Prati, Pino Poliseno: «Un orgoglio per me e la mia famiglia che questa decisione abbia messo tutti insieme. Perché i valori che di buona politica, passione politica e legalità, di cui Laura è diventata un simbolo, non hanno colore». Il più emozionato è Costantino Iametti, che quel maledetto 2 luglio era con Laura quando , poi condannato all’ergastolo, iniziò a sparare: «Quel brutto ricordo me lo trascinerò finché sarò in vita – ammette l’allora vicesindaco – ora è giusto che a Laura venga intitolato il palazzo dove è successo il fatto. Laura fu colpita brutalmente sul posto di lavoro, è un simbolo da ricordare come martire».

Iametti non dimenticherà mai: «E non dico che era meglio che fosse qui ancora lei invece che me, o che forse quel giorno avrei potuto fare qualcosa di più, ma sono tutti pensieri che ho dentro di me. Perché una morte violenta come la sua, lei che ha dato la vita per la collettività, è difficile da accettare». Per Costantino Iametti, l’intitolazione del palazzo municipale deve essere «un primo passo», perché il suo sogno è di vedere anche una via e una piazza con il nome di Laura Prati.
Anche il marito Pino Poliseno ammette: «Il pensiero di Laura è continuo, ci manca molto, soprattutto a nostra figlia più piccola che è adolescente. Il maggiore, Massimo, invece studia per fare il magistrato. è il suo sogno, chissà se il ricordo di sua mamma influisce».