«Maglia della Nazionale e scommesse? Un matrimonio sconveniente»

Gioco d’azzardo - L’associazione AND contro la sponsorizzazione: «Accordo nocivo»

Anche l’associazione AND-Azzardo e Nuove Dipendenze ha detto no alla sponsorizzazione della nazionale di calcio con una nota agenzia di scommesse online. L’associazione, che ha promosso diversi progetti di prevenzione e di contrasto in provincia di Varese, in particolare nei comuni che gravitano attorno alla Valbossa, hanno ribadito la propria contrarietà al fatto di unire la maglia azzurra al nome di chi fa del gioco e delle scommesse il proprio “core business”.
L’associazione in questo senso è

stata molto chiara: «Anche l’associazione AND-Azzardo e Nuove Dipendenze – fa sapere – si aggiunge alle numerose realtà che hanno segnalato il pernicioso accordo, evidenziando diversi aspetti negativi di tutta la faccenda». «Non solo la sponsorizzazione in oggetto – ha evidenziato l’associazione – confligge palesemente con gli scopi sportivi alla base della nostra Nazionale. Non solo con questa sponsorizzazione si confonde un’attività che l’OMS definisce “sana” (lo sport giocato) con una che lo stesso OMS include tra quelle che possono dare luogo a una delle forme di dipendenza più subdole, il “disordered gambling” (derivante anche dalle scommesse sullo sport). Non solo con questa sponsorizzazione si aggira pesantemente ed incontrovertibilmente il divieto di pubblicità dell’azzardo rivolto ai minorenni».

Gli aspetti di preoccupazione sono diversi: «Questa sponsorizzazione – ha sottolineato – ci preoccupa anche per un altro profilo di rischio, che ha a che vedere con la sicurezza e la legalità nell’espletamento delle partite di calcio. Gestendo l’agenzia di scommesse anche la raccolta di scommesse sulle partite di calcio della Nazionale, che sponsorizza, e guadagnando essa – in modo diretto o indiretto – dall’esito delle partite stesse (correlato alle somme giocate dagli scommettitori) non parrebbe la società trovarsi in una situazione di pericoloso conflitto di interesse e in un rapporto di forza non sufficientemente vigilati? Come e da quale organismo di vigilanza viene assicurato che l’esito delle partite della Nazionale non verrà “orientato” a garanzia del profitto aziendale? Un filo così diretto non potrebbe configurarsi come “rischio di corruzione” per gli stessi giocatori della Nazionale? Con tali premesse, si può essere certi di non dover più assistere a situazioni quali quelle che qualche anno fa diedero luogo alle oggi forse dimenticate inchieste sul calcio – scommesse?».