«Difendiamo gli italiani dalla globalizzazione»

Alemanno, segretario del Movimento nazionale per la sovranità, lancia la sfida a Renzi e a Grillo

Non sarà solo un cartello elettorale, o un esperimento dal respiro corto. La nascita del Movimento nazionale per la sovranità ha l’ambizione di essere finalmente quel collante che metterà la parola fine alla diaspora della destra, che dura ormai da un decennio.

Forse perché non si pone semplicemente il proposito di creare un partito, ma un vero e proprio “fronte” che riunisca tutti i movimenti e i partiti dell’area di centrodestra per affrontare la vera sfida che si pone oggi davanti alle persone: i cambiamenti epocali della globalizzazione, con gli effetti dello sradicamento umano che ne deriva.

Ieri mattina, a Milano, è stato ufficialmente formato il coordinamento di Mns per il Nord Italia (a Varese il responsabile provinciale è Giosè Andreotti, Stefano Romano siede nell’assemblea nazionale e c’è tra i fondatori anche Andrea Del Piano) alla presenza del segretario nazionale Gianni Alemanno.

La fine della diaspora della destra, iniziata con lo scioglimento di An, sembra difficile…

Unificare la destra italiana è il nostro obiettivo. Ed abbiamo già fatto il primo passo, con la fusione di Azione Nazionale e de La Destra. L’idea che abbiamo è precisa, quella di riprenderci le chiavi di casa, puntando innanzitutto alla difesa della sovranità nazionale.

Un programma ambizioso, ma è possibile? Pensiamo ai flussi migratori che sembrano difficile da arrestare.

Fermare i flussi è possibilissimo, occorre la volontà di farlo. Noi partiamo dal concetto di “aiutarli a casa loro”, che significa una cosa molto concreto, ovvero dare il via ad operazioni umanitarie di sviluppo nei Paesi di partenza. E quindi, per fermare gli arrivi, basta semplicemente, nel momento in cui le imbarcazioni vengono intercettate, riaccompagnarli con i nostri mezzi nel luogo da dove le imbarcazioni sono partite. Occorre sviluppare una politica adeguata, ma si tratta di un processo possibile.

Noi vogliamo costruire un polo sovranista, per unificare il centrodestra, partendo da Fratelli d’Italia e dalla Lega Nord. E lo strumento migliore per arrivare a queste è quello delle primarie. Anche perché, per come le intendiamo noi, gli elettori non sceglieranno semplicemente il futuro leader, ma anche il programma che verrà portato avanti, sulla base di valori condivisi. E sottolineo la loro importanza, perché chi non riesce a vincere le primarie, non potrà mai pensare di poter vincere le elezioni.


Certo, il partito ha effettuato un cambiamento profondo. Se prima il legame era grazie alla figura di Berlusocni, oggi c’è intesa con una Lega che ha fatto suoi molti temi di destra, e si sente pronta per difendere la sovranità.

Forza Italia rimane il principale interlocutore nel centrodestra, così come il dialogo con Berlusconi. In vista delle primarie, per far emergere il leader, è importante il confronto con loro.

Mai parlato di uscire dall’Europa. Siamo fortemente critici nei confronti dell’euro e di quello che è diventata.

L’Europa dei popoli e delle nazioni, che nei primi trattati, come quelli di Roma, ancora esisteva, è stata snaturata dei trattati successivi, come quelli di Maastricht, che hanno innescato un processo negativo. Dobbiamo tornare ad una confederazione di Stati sovrani, con un sistema veramente utile per questi Stati.

Il Movimento 5 Stelle non sarà mai in discesa, fino a quando il centrodestra non riuscirà a lanciare un progetto politico serio, dimostrando di poter governare, dare un’alternativa. E siamo al paradosso, perché basta guardare come i grillini hanno ridotto Roma.

Sono convinto che alle prossime elezioni gli italiani si troveranno a scegliere tra due fronti, uno che sposa appieno la globalizzazione e tutti i processi che ha innescato. E un altro, il nostro, di forte critica alla globalizzazione, che ha l’obiettivo di governare i processi internazionali, puntando alla difesa della sovranità nazionale, l’unica cosa che può salvare le persone. Anche Berlusconi farà parte di questo fronte, perché a sua volta è stato vittima di questi fenomeni, quando fu costretto a dimettersi da spinte esterne al nostro Paese. Mentre per quanto riguarda Renzi, è il miglior interprete della globalizzazione, visto che le riserve nei suoi confronti, all’interno del suo stesso partito, arrivano proprio da chi ancora tende a difendere determinate istanze sociali.


Ci presenteremo alle varie tornate elettorali amministrative. E sosterremo i referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto. Nel nostro progetto si punta ad una maggiore autonomia, controbilanciata da un forte presidenzialismo, con il presidente della Repubblica eletto direttamente dai cittadini.


Ho subito due anni di pesantissime accuse. Poi è arrivato il proscioglimento completo, chiesto dalla Procura. La stessa vicenda in sé sembra stia subendo poi un ridimensionamento totale. Rimane da chiedersi come mai, a livello mediatico, si sia insistito tanto sulla figura di Carminati, che ha fatto qualche anno di militanza nel mondo di destra, mentre si è parlato molto meno di altre figure, ugualmente coinvolte, che tuttavia facevano riferimento al mondo politico di sinistra. Questa è una domanda da porsi.