D’Aniello, sogno possibile:«Avanti fino alla morte»

Il dg biancorosso parla a cuore aperto dopo l’ultima rivoluzione: «Il sorriso e le parole di Spartaco sferzeranno tutto l’ambiente»

Sulla barca, che assomiglia più a una zattera, adesso ci sono solo loro. I veri uomini del Varese. Stefano Bettinelli, Lele Ambrosetti, Spartaco Landini, Silvio Papini e soprattutto Giuseppe D’Aniello. Già dopo le dimissioni del presidente Laurenza, era toccato a lui reggere tutto il peso sulle spalle.

E dopo la tempesta delle ultime ore che ha spazzato via Imborgia (e Dionigi, voluto da Imborgia), D’Aniello è, di fatto, il deus ex machina di tutta la baracca. «Luca Alfano e Spartaco Landini devono essere l’esempio per tutti noi. Stanno combattendo per un traguardo che vale mille salvezze. E se lottiamo tutti come loro, ce la facciamo alla grande. Dobbiamo prendere tutti quanti esempio da persone come loro».

Alfano è ancora in ospedale, Landini dovrebbe tornare domani al campo. «Ha più libertà di movimento. Il suo sorriso e le sue parole saranno importantissime per tutto l’ambiente. L’ho appena sentito: mi ha detto, stavo bene prima e sto bene adesso. Oltre ad avere carisma, porta pure bene (Varese sempre a punti con lui presente, ndr). Quindi Spartaco, ti stiamo aspettando a braccia aperte». Il direttore generale biancorosso, dopo l’addio di Imborgia, sta guidando la società da solo. «Ma Nicola (Laurenza, ndr) è il vero armatore. E’ un dato di fatto che non sia più presidente, ma è pur sempre il proprietario dell’83% delle quote. Quindi è giusto che ogni decisione venga condivisa e presa con lui. E anche in queste ore ha sposato le mie idee e il mio progetto».

Un progetto di cui non fa più parte Davide Dionigi. «Avevo ottime referenze su di lui, e sono state pienamente confermate. Davide farà tantissima strada. Era molto triste e incazzato, non tanto per l’esonero, ma per non aver avuto modo di dimostrare quello che poteva e voleva. Ha fatto soltanto due rifiniture, ed era ovviamente il meno colpevole di questa situazione. È una bravissima persona, preparata e con tantissima voglia. Ma io conosco un po’ più di lui l’ambiente, e non c’erano le condizioni giuste per lavorare».

Bettinelli, Ambrosetti, Landini, Papini, D’Aniello. Perché la forza del Varese è quella di essere come una famiglia. «La mia speranza è che le ultime scelte servano per poter ricompattare tutto. Perché questo è l’unico modo per poterne uscire fuori. Il Varese non lo salva nessuno da solo, ma tutti insieme».

Con il ritorno di Bettinelli, lo spogliatoio è stato accontentato. «La decisione è solo della società, dopo aver letto negli occhi i ragazzi. Ci siamo resi conto che solo con Ambrosetti, Bettinelli, Landini e Papini avremmo potuto uscire dalla situazione difficile che si era venuta a creare. Le scelte sono state anche dolorose, ma fatte a sangue freddo».
Ora il senso di responsabilità sarà massimo, da parte di tutti, squadra in primis. «I ragazzi sono concentrati, sanno che la situazione economica potrà essere un po’ più ingarbugliata. Ma ho detto loro di non pensare alla società. Noi andremo avanti fino alla morte».

Lunedì prossimo c’è un’altra scadenza che, se non venisse rispettata, porterebbe ad altri punti di penalizzazione (oltre al -4). «Con Imborgia era più semplice (ride, ndr). Lo step di lunedì 16 marzo a livello economico non è insormontabile, e spero che il Varese possa farcela». Intanto, tra oggi e domani, dovrebbero arrivare novità dal sindaco Fontana, che ha ricevuto il piano di risanamento preparato dal club biancorosso. «Aspettiamo. E pensiamo a salvare la serie B sul campo».