«Non li taglio, è un fioretto» Ricordo record da due metri

Gira sempre con un paio di forbici nella borsetta, per districarsi. Casomai i capelli si impigliassero da qualche parte. All’imbarco di un aereo, quelle forbici volevano fargliele lasciare al check-in. Ma lei si è rifiutata: «Se rimango incastrata, come faccio a liberarmi?».

Usare i capelli come sciarpa nelle giornate fredde? O come mantello da abbinare a un bel vestito? Quotidiana amministrazione per , la varesina che ha i capelli più lunghi di Italia.

Oggi misurano due metri e dieci centimetri, 60 centimetri più del 2001 e del 2002, quando la sua chioma è finita sul Guinness dei primati. I capelli, quando sono stirati, superano la sua statura di circa mezzo metro. Come uno strascico di un vestito da sposa. «Il guinness è nato per caso – racconta Dorina – Quel giorno mi trovavo alla laurea di mio figlio. Camminavo vicino al Duomo e ho visto un operatore televisivo che mi avvicinava con la telecamera. Cosa vorrà mai, mi sono chiesta? Mi stava seguendo perché non aveva mai visto una chioma tanto lunga».

Da lì è stata un’escalation di notorietà. Del primato, il 22 ottobre del 2000, parlò il Tg1. Quella sera a Dorina, infermiera del Circolo in pensione, arrivarono telefonate su telefonate. Medici, colleghi, parenti. «E dire che io non sapevo nulla e mi sono persa il telegiornale» commenta.

Il primato mondiale per la lunghezza della chioma è di un thailandese, con un codino di cinque metri e 23 centimetri arrotolato sul capo.

«I capelli crescono quanto è scritto nel Dna di ogni persona – spiega Dorina – Ma il mio obiettivo non è superare il thailandese, ma fare beneficienza». Se oggi quei capelli sono così lunghi, infatti, è grazie a un fioretto. «A mio marito piacevano i capelli lunghi e quando è venuto a mancare, nel 1997, mi sono detta: adesso non li taglio più in suo ricordo – dice Dorina – Così ho fatto, ad eccezione di qualche giorno fa quando mi sono impigliata in un ramo e ho dovuto tranciarne una ciocca».

I capelli di Dorina crescono incessantemente, pesano molto, e curarli è faticoso: «Li lavo usando un flacone intero di shampoo alla volta. Devo metterli in una vasca da bagno e due persone mi aiutano a pettinarli. Per farli asciugare, in inverno, servono due giorni».

Niente mare: la salsedine e il sole potrebbero rovinarli. In compenso, una volta è stata proprio un’insolazione in montagna a indebolire il cuoio capelluto e a provocare la perdita di un po’ di capelli.

Dorina ha recentemente posato per il pittore da Monvalle. Ne sono nate parecchie tele. «L’idea è quella di vendere tutti quei quadri all’asta e di devolvere il ricavato alla ricerca. Vorrei abbracciare tante cause. Dai bambini sordomuti, che ho già aiutato con una donazione, alla lotta al cancro. Passando per l’epilessia, la sclerosi multipla, e via dicendo – conclude – Si potrebbe anche fare un calendario per la ricerca con le opere del pittore. Se qualcuno dovesse avere una buona idea, mi contatti».

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