Ticino e Tresa come il Klondike. Il sestese Bogni dà la caccia all’oro

Il personaggio - Il cercatore di pietre preziose varesino racconta la sua passione per quest’arte antica

cerca l’oro e conquista l’argento. Il cercatore d’oro di Sesto Calende ha ottenuto la medaglia d’argento in una competizione per Paperon de’ Paperoni 2.0, riuscendo a trovare in un secchio colmo di sabbia dodici pagliuzze d’oro delle dimensioni di un millimetro ciascuna in un tempo record di 2’03’’.

La gara si è svolta domenica a Vermogno, nel Biellese, in occasione della Festa di Primavera promossa dall’associazione ABC d’Oro. «Questa gara, denominata Coppa Carnevale, al di là del risultato positivo, è stata un allenamento per le prossime gare» spiega Giorgio, che nelle prossime settimane sarà impegnato a San Damiano di Carisio (Bi) in una analoga competizione a cura dell’associazione Oro in Natura di Milano (il 10 aprile) e poi concorrerà in casa, a Golasecca, il 5 giugno per il Campionato Italiano dei Cercatori d’Oro.

La passione del geologo sestese – che è anche vicepresidente di Oro in Natura – nasce diversi anni fa, precisamente nel 2008, ed è legata alla sua professione di geologo e alla sua attività di ricercatore di pietre preziose. A Sesto infatti è titolare de La Bottega dei Cristalli, un vero scrigno di preziosi per collezionisti e amanti delle pietre, che gestisce con la moglie . «Ho iniziato a cercare pietre e oro alluvionale nel Ticino. Volevo trovare dei prodotti locali da offrire ai miei clienti. Oggi vendo frammenti d’oro del Ticino confezionati in scatolini dal fondo di velluto nero e in ampolline di vetro soffiato». Souvenir per chi voglia portarsi via un pezzo delle nostre terre.

Il Ticino è infatti ricco di oro: fra Varallo Pombia e la diga del Pamperduto è possibile trovare tracce aurifere su entrambe le sponde del corso d’acqua. Ma non è l’unico fiume della zona a conservarne tracce: anche i corsi d’acqua della Valcuvia e il Tresa presentano del minerale nel loro letto e sui loro argini.

Certo, si parla di tracce, e non sono affatto facili da trovare. «La media è di mezzo grammo al giorno su 25/30 secchi di sabbia lavati» racconta il cercatore. Bogni però è molto bravo e ha una buona tecnica: nel 2009 ai Campionati Mondiali di Biella si classificò 1° fra gli italiani e 7° assoluto. «Occorre esperienza e conoscere bene il fiume e le correnti. E affinare tecnica e manualità». Nel Biellese esistono anche dei corsi per apprendere questa arte antica. Gli strumenti del mestiere sono quelli tradizionali e di sempre: il setaccio, la trula, la batea, un piatto tronco-conico, la canalina, stivali e guanti impermeabili per proteggersi dalle acque fredde. Per chi volesse, Bogni e la sua associazione offrono anche consulenze. Ma per chi volesse vedere il sestese all’opera, l’occasione è vicina: a Golasecca Bogni cercherà di dare il meglio di sé per conquistare la Coppa Italia dei Cercatori d’Oro.