È stata smantellata dai carabinieri del Comando Provinciale di Milano una banda di ladri e ricettatori di autovetture che operava nel Milanese, ma che ha visto coinvolte una dozzina di persone, italiani e nordafricani, residenti tra le province di Milano, Monza, Como, Varese, Pavia, Ancona e Perugia. Nello specifico sono state arrestate sette persone e altre cinque risultano, invece, indagate a piede libero. Tra i sette soggetti finiti in manette c’è anche un quarantenne residente a Olgiate Olona.
I sette, tra i 23 e i 60 anni d’età, risultano destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Milano poiché ritenuti responsabili a vario titolo di furto aggravato, ricettazione e riciclaggio in concorso.
Il blitz dei carabinieri è avvenuto nelle ultime ore: l’operazione ha fatto venire a galla una vera e propria organizzazione che si sviluppata in particolare in Lombardia, ma aveva anche delle ramificazioni in Centro Italia. Secondo la ricostruzione investigativa, la banda effettuava i furti nella zona di Milano e hinterland, ma poi i pezzi venivano rivenduti in diverse altre province, in particolare tra Como, Monza e Varese. Nelle altre parti della Lombardia, infatti, si concretizzavano il riciclaggio delle macchine, ma più in particolare delle componenti meccaniche, e la ricettazione.
Le indagini, portate avanti dai carabinieri della Compagnia di Corsico, sono state avviate dall’arresto, nel giugno scorso, di due ricettatori, sorpresi all’interno di un capannone dismesso di Trezzano sul Naviglio mentre smontavano un’auto rubata. Gli approfondimenti promossi hanno permesso in pochi mesi di scoprire un’articolata organizzazione criminale, con una precisa suddivisione dei ruoli tra i componenti.
In particolare, un primo gruppo si occupava di rubare, quasi quotidianamente e in orario notturno, le autovetture parcheggiate nell’area metropolitana meneghina mediante l’impiego di apposite centraline “passepartout”, di volta in volta elaborate sulla base del tipo di veicolo da asportare; un secondo gruppo, invece, smontava i mezzi provento di furto all’interno di capannoni industriali stoccando i componenti in attesa della successiva vendita sul mercato illecito attraverso canali di ricettazione costituiti da negozi di autoricambi, officine compiacenti e, in misura minore, da privati.
Sono state poi eseguite perquisizioni a casa di ulteriori cinque soggetti, tutti indagati, sui quali sono ancora in corso accertamenti.