Un’altra tegola sulla testa dei lavoratori dell’Husqvarna di Cassinetta e un macigno sul futuro industriale dello stabilimento, con i dipendenti nuovamente in piazza ieri pomeriggio a protestare. Ieri mattina, i dirigenti di Ktm hanno convocato le Rsu per annunciare loro delle novità sul futuro del sito.
Negli ultimi giorni, erano circolate voci insistenti secondo cui sarebbe arrivato del lavoro direttamente dall’Austria, ma la realtà purtroppo è ben diversa. «I dirigenti ci hanno comunicato che sono arrivate tre proposte per rilevare lo stabilimento – spiega Elvira Ratti, rsu della Fim Cisl – ma che nessuna delle tre è andata in porto; tutto questo, nonostante le nostre ripetute richieste, senza dirci di che proposte si trattasse né per quale motivo sono saltate».
Pare che delle tre proposte di reindustrializzazione, nessuna riguardasse quella avanzata da Giovanni Castiglioni, patron di Mv Agusta, giudicata subito irricevibile da Ktm. La trattativa più concreta ed in fase più avanzata, praticamente sarebbero mancate solo le firme, sarebbe naufragata lunedì e avrebbe interessato un centinaio di lavoratori.
Lo spettro ormai è quello della chiusura della fabbrica a settembre, con la partenza della cassa integrazione straordinaria per un anno per oltre 200 lavoratori. L’unico ufficio che resterebbe aperto è quello dedicato alle vendite, che impiega una ventina di persone. «I dirigenti ci hanno comunicato che entro fine settembre devono essere terminate circa 1500 moto e che sono previsti incentivi per coloro che decideranno di lavorare nel mese di agosto» aggiunge la Ratti. Davanti all’ennesima delusione e chiusura da parte della nuova proprietà, i lavoratori hanno deciso spontaneamente di scioperare per tutto il pomeriggio di ieri e di organizzare un presidio alla portineria, bloccando l’ingresso e l’uscita della fabbrica. I lavoratori hanno poi organizzato un corteo che dalla sede dell’Husqvarna è giunto fino alla rotonda sulla provinciale.
«L’azienda ha perso ogni credibilità non dicendo nulla né sui soggetti in trattativa né sulle motivazioni che hanno fatto saltare le trattative; nella riunione di venerdì al ministero chiederemo che vengano esplicitati» afferma Nino Cartosio (Fiom Cgil). Quasi tutti i lavoratori in piazza ieri pensano che queste presunte trattative in realtà non siano mai esistite. «L’atteggimento di Ktm conferma quanto abbiamo sempre sostenuto – osserva Flavio Cervellino (Fim Cisl) – l’obiettivo era chiudere e basta, portandosi via il marchio, senza cercare veramente una soluzione per la reindustrializzazione». «Il morale dei lavoratori è sotto le suole, vediamo che succede venerdì (domani)» conclude Ivan Fogli, rsu Fiom
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