– «Mi hanno caricato sulla macchina, mi hanno picchiato e insultato, dicendo che ero una terrorista dell’Isis». E’ il racconto choc, tutto da verificare, fornito alle forze di polizia dalla sorella di: il giovane di 23 anni di Brunello sospettato di terrorismo, arrestato nelle settimane scorse nell’ambito dell’operazione antiterrorismo che ha visto in campo i carabinieri del Ros e gli agenti della Digos tra Varese, Milano e Lecco. La donna ha raccontato una vicenda inquietante sulla quale stanno cercando di fare chiarezza gli uomini della Digos, i carabinieri della Compagnia di Varese, coordinati dalla Procura di Varese. Secondo la versione fornita dalla giovane donna i fatti sarebbero avvenuti mercoledì pomeriggio intorno alle 17, non distante dalla casa di Brunello nella quale vive con la famiglia.
Stando a una sommaria ricostruzione , la donna stava percorrendo la strada che l’avrebbe riportata a casa quando a un certo punto è sbucata una macchina con a bordo almeno tre individui incappucciati. Uno è sceso dall’auto e con l’aiuto di un complice l’avrebbe trascinata all’interno dell’abitacolo. A quel punto, sempre secondo il suo racconto, dopo averla prelevata, la macchina sarebbe partita a tutto gas, compiendo anche un tratto di strada in contromano, anche se non ci sarebbero altre testimonianze rispetto alla manovra azzardata compiuta dalla macchina nel cuore di Brunello.
Con la forza avrebbero trattenuto la ragazza, insultandola e aggredendola fisicamente. Durante la corsa in macchina avrebbero pronunciato diversi insulti a sfondo razziale, definendola in particolare una terrorista. L’aggressione verbale e fisica si sarebbe prolungata per diversi minuti. In una situazione di così grande concitazione e paura, la sorella del presunto terrorista non sarebbe riuscita a riconoscere i propri aggressori. A quel punto la macchina si è fermata e la donna sarebbe stata spinta all’esterno, senza per fortuna riportare gravi conseguenze. Lievemente contusa è andata in ospedale dove le hanno riconosciuto delle lievi lesioni e graffi guaribili in 5 giorni. Le forze dell’ordine si stanno occupando della vicenda: gli investigatori stanno tentando di fare luce sulle circostanze di una storia, che se confermata, assume dei contorni davvero inquietanti. La ragazza è stata ascoltata a lungo, anche per raccogliere elementi utili per ricostruire un minimo di identikit dei suoi presunti aggressori.