Lo smart working, il lavoro agile, come scelta strategica, ma anche culturale, per migliorare l’organizzazione delle risorse umane in azienda e continuare a crescere. Sanofi azienda farmaceutica che ha uno dei suoi stabilimenti produttivi più importanti in provincia di Varese, a Origgio, dove si produce l’Enterogermina, ha puntato da qualche tempo su queste nuove forme di organizzazione del lavoro, che stanno prendendo piede in azienda, coinvolgendo un numero sempre maggiore di dipendenti.
Nel 2016, per il terzo anno consecutivo, Sanofi ha aderito alla Giornata del Lavoro Agile, promossa dal Comune di Milano, dove l’azienda ha il suo quartier generale amministrativo.
In questa giornata, i dipendenti di Sanofi hanno potuto lavorare dalla propria abitazione o da un altro luogo che consentisse di svolgere la normale attività lavorativa, grazie al supporto tecnologico fornito dall’azienda.
«Siamo convinti – afferma Laura Bruno, responsabile delle risorse umane di Sanofi Italia – che un maggior equilibrio tra vita privata e attività lavorativa, favorisca il benessere e la soddisfazione dei propri collaboratori». L’azienda ha avviato dal 2014, proprio in occasione della prima Giornata del Lavoro Agile, un progetto di flessibilità logistica, concordato con le parti sociali. Un giorno alla settimana, per tutto l’anno, i collaboratori possono lavorare da fuori ufficio.
Durante l’Expo di Milano dell’anno scorso, a causa della congestione di strade e mezzi di trasporto, la flessibilità è stata estesa a due giorni la settimana.
Al mese di maggio 2016, sono 216 i dipendenti di Sanofi che aderiscono al progetto di smart working, con una percentuale di donne del 70%. «I feedback dei manager e dei collaboratori sono stati decisamente positivi – sottolinea Bruno – non hanno riscontrato criticità ma anzi un miglioramento dell’efficienza lavorativa».
I vantaggi dello smart working sono diversi, a partire dalla riduzione del tasso di assenteismo, alla riduzione dello stress da pendolarismo per chi abita lontano dal luogo di lavoro, grazie a una maggiore conciliazione tra vita personale, famigliare e lavoro. L’ottimizzazione del tempo e l’autogestione all’interno dei team di lavoro porta anche a un senso di maggiore responsabilità in ogni singolo dipendente, con lo sviluppo di un approccio “imprenditoriale”.
Organizzare il proprio tempo aiuta a ridurre lo stress con ricadute positive sulla qualità
della vita e del lavoro. Con lo smart working cambia l’approccio nella valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del lavoro; non più quantitativa, basata sulle ore lavorate, bensì qualitativa, incentrata sul raggiungimento degli obiettivi assegnati, indipendentemente da quanto o dove si lavora.
Un impulso al lavoro agile arriva anche grazie al supporto delle tecnologie e alla maggiore informatizzazione del lavoro. La sperimentazione che Sanofi sta mettendo in campo potrebbe diventare presto qualcosa di più consolidato, da estendere non solo negli uffici, ma anche nei reparti produttivi, dove è più difficile ma non impossibile applicare forme di smart working. L’azienda guarda con favore anche al disegno di legge, collegato alla Stabilità 2016, che regolamenta questa modalità di lavoro. «Consideriamo lo smart working una vera opportunità di cambiamento organizzativo e culturale per i singoli e tutta l’azienda».