«Famiglia sfrattata senza tutele? Un caso di razzismo al contrario»

Malnate - Il leghista Ferrari tuona sul caso Amoroso: «Perché ai clandestini sì e a loro no?»

Il caso Amoroso – la famiglia sotto sfratto a Malnate – sta assumendo i contorni di un caso, non solo di disagio sociale, ma anche di confronto politico.

Nelle ultime ore è intervenuto anche il leghista che ha preso le parti della famiglia di (papà Emanuele, la moglie e due figli piccoli di 2 e 5 anni). «Da una parte – spiega l’esponente di spicco del Carroccio – c’è la questione gravissima, se risponde a verità, cioè della frase secondo cui per l’assegnazione delle case popolari la precedenza va agli stranieri. Una frase di razzismo al contrario. Capiamo benissimo – aggiunge Ferrari – che la famiglia non ha più

titolo di fermarsi in quell’appartamento, ma non riusciamo a capire per quale ragione se un cittadino italiano si trova un appartamento occupato con clandestini e minorenni al seguito li si deve tutelare, lo stesso principio però non vale più per degli italiani in presenza di minori. L’appartamento in questione svolge un ruolo pubblico. Occorre chiudere un occhio come viene chiuso un occhio rispetto al modo in cui molti stranieri sono entrati in Italia».

«Basta azzeccagarbugli»

La vicenda è nota: la famiglia Amoroso ha vissuto per diverso tempo, e continua a farlo tuttora, nell’appartamento di proprietà Aler in via Ancona, affidato alla nonna di Emanuele Amoroso. La famiglia Amoroso l’ha assistita fino al decesso avvenuto lo scorso mese di settembre. Avrebbero voluto subentrare (una possibilità che in nome della legge il Comune non intende accogliere), ma lo scorso mese di aprile è stato recapitato loro lo sfratto. Il rischio è che finiscano in mezzo a una strada poiché non hanno i mezzi economici per sostenere spese di affitto superiori ai 220 euro previsti per l’alloggio popolare. Vorrebbero continuare a vivere in via Ancona oppure trovare una soluzione molto simile.

«Va bene fare l’azzeccagarbugli – insiste Ferrari – ma che lo si faccia con tutti. Si tratta di persone che lavorano, che continuano a corrispondere l’affitto dovuto, che pagano le tasse per il poco che guadagnano. Ci vorrebbe un principio di cautela quando si tratta di gettare in mezzo alla strada una famiglia delle nostre. Il Comune deve lasciarli là dove sono, proprio a tutela dei minori, figli di un lavoratore italiano. Mi chiedo: chi subentrerà il giorno in cui la famiglia sarà sfrattata? La famiglia entrata clandestinamente in Italia? Vorremmo capire che titolo possono esibire rispetto a questa famiglia italiana? La situazione va sanata: che non si agisca, però, di impeto quando invece si è completamente lassisti su questioni che riguardano la sicurezza. Gli Amoroso possono anche lasciare quella casa, ma con un adeguato paracadute».n