La diga lascia a seccoil mulino di Gurone

MALNATE Per oltre duecento anni la ruota del Molino di Gurone ha continuato a girare trasformandosi nel motore della storica falegnameria della frazione. Un autentico monumento agricolo ottocentesco azionato dalla forza dell’acqua che defluiva attraverso un piccolo canale collegato all’Olona. Dal bacino l’acqua prendeva la direzione del molino alimentando la ruota, le bindelle e gli altri meccanismi grazie ai quali gli artigiani potevano segare il legno e lavorarlo.

Questo mulino è tanto significativo per la storia di Malnate da aver dato il nome alla località (Molini di Gurone) nel quale è immerso. Un paesaggio dal sapore antico che richiama ancora alla società contadina risorgimentale in cui il molino rivestiva un ruolo importante, non solo per l’aspetto economico riconducibile alla macina del grano o per il taglio della legna, ma anche per il suo valore sociale, culturale e aggregativo. Da due anni la ruota del mulino ha smesso di girare, provocando il rammarico del suo proprietario, Maurizio Cattaneo, e di tutti coloro che con l’arrivo del bel tempo trascorrono un pomeriggio ai Molini di Gurone.

Dal 2007, in seguito a tutti i lavori di messa in sicurezza contestuali alla realizzazione della diga di Gurone, effettuati dalla Provincia di Varese, il corso dell’Olona è stato deviato causando il prosciugamento del canale di alimentazione del molino. Da quel giorno il molino ottocentesco ha perso la sua anima, rischiando ora di trasformarsi in un rudere fatiscente. Cattaneo, come tanti visitatori della zona, vorrebbe dar nuova vita alla struttura: «Mi era stato promesso – dice Maurizio Cattaneo –

sia dalla Provincia di Varese che dal Comune di Malnate che sarebbe stata realizzata una vasca con una pompa che avrebbe portato l’acqua verso il mulino. Avevano iniziato a fare lo scavo ma poi si sono fermati e mi hanno detto che in quel momento quel lavoro non era più previsto. Chiedo alla Provincia di Varese di intervenire per riportare acqua al mulino così da effettuare poi un intervento di riqualificazione. Tutto sarebbe inutile senza l’acqua».

Sulla questione è intervenuto l’assessore  provinciale all’Ambiente, Luca Marsico. L’esponente di Giunta conosce molto bene la zona e il molino avendo vissuto per molti anni a Malnate: «Dagli uffici – dice Marsico – non risultano promesse formali o informali anche perché una derivazione diretta del fiume è vietata. O si realizza una pompa esterna oppure si crea un pozzo all’interno dell’area. Prima però il cittadino dovrebbe presentare un progetto di valorizzazione che, anche tenendo conto del valore del molino, valuterò con grande attenzione».

b.melazzini

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