«All’ospedale serve un’identità»

Parla Alessandro Brovelli del Gruppo Angera Bene: «Ben vengano interventi che diano una svolta»

L’ospedale di Angera continua a essere al centro del dibattito pubblico: nelle ultime ore sulla vicenda è intervenuto del Gruppo Consiliare Abc Angera Bene Comune: «L’Ospedale è il risultato di significativi lasciti economici da parte di cittadini che hanno riconosciuto la necessità e l’urgenza di dotarsi di una struttura al passo coi tempi. È però anche una struttura invecchiata, ha subito gli assalti della peggior politica.

Sono stati però fatti anche interventi importanti, come la ristrutturazione e potenziamento del Pronto Soccorso. Ad oggi, l’Ospedale è una struttura con un buon potenziale, ma alla ricerca di un’identità precisa».

«Mi sembra che il suo ruolo sia quello di una struttura di secondo livello, che faccia da cardine tra i grandi ospedali specialistici ed le esigenze del territorio. A fronte dell’età media che si allunga, con nascite in fortissimo calo, le sfide che abbiamo di fronte sono molteplici. Ben vengano quindi interventi che diano una nuova, forte e vincente identità. È purtroppo finita l’era in cui tutti i presidi sanitari potevano essere dotati di servizi e funzionalità complesse. In più anche la tecnologia ha avuto un’enorme evoluzione e le competenze necessarie per usarla sono diventate sempre maggiori. Meglio quindi, per certe necessità, rivolgersi a strutture in cui si può ottenere il miglior trattamento possibile, anche a costo di qualche chilometro in più. A patto però di trovare un trattamento di qualità, anche dal punto di vista umano».

«La chiusura del punto nascite – aggiunge – è la conclusione di un percorso in cui sono stati fatti tanti annunci e pochi fatti. Da anni si sa che era osservato speciale e in questi anni non si è riusciti ad aumentare la sua attrattività. Si sono sentite parecchie proposte, anche bislacche, che hanno giovato a poco. Ciò che lascia esterefatti sono le tempistiche e le modalità della sua chiusura. L’annuncio è stato dato in una serata organizzata da un partito politico, senza informare prima il personale, la dirigenza, i tecnici e le Amministrazioni Comunali, con cui avrebbe dovuto essere concordata una strategia per modulare tempi e modi. Il risultato è lo sbando, con parti programmati che non possono essere eseguiti, personale che non conosce il proprio futuro, future mamme in enorme e giustificata ansia, che non conoscono come dovranno comportarsi. Un modo di procedere veramente dilettantesco».