Adesso che la prima scadenza è coincisa col primo scivolone, e che finalmente l’opinione pubblica ha toccato con mano quanto fosse affrettato esaltarsi per il cambio della guardia al timone del Varese, è bene che tutti ci si guardi negli occhi e ci si parli chiaro. . Quelle erano parole, e ci stavano: questo è il momento dei fatti, e non ammettono dubbi.
I fatti dicono che la nuova proprietà – accolta con scetticismo dai più, : sindaco e assessori hanno disertato l’esordio, nonostante il teatro fosse giusto Palazzo Estense – non è stata capace di mettere sul tavolo gli necessari per saldare le ultime pendenze della passata stagione. Triste continuità con la precedente gestione: ai due punti di penalità ereditati se ne aggiungerà almeno un altro. Eppure la prima richiesta ai libanesi era proprio questa: la discontinuità, l’inversione di tendenza.
più o meno credibili – banale disguido, transazioni internazionali a rilento, varie ed eventuali: un film già visto altrove, pure a Parma, con esiti di solito agghiaccianti – la domanda, persino ovvia, è: possibile che uno o più imprenditori che vogliono fare affari nel pallone non dispongano di cifre relativamente modeste, equivalenti a venti euro dell’uomo della strada?