– Dimissioni al “Giuditta Pasta” di Saronno. Pellicini e Masciadri replicano al polemico abbandono di ed , rispettivamente presidente e vicepresidente, dal maggio 2016, del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Culturale che gestisce il teatro di via I maggio. In una lettera per stampa e abbonati hanno spiegato il gesto legato principalmente alle «difficoltà economiche rese ancora più acute dal taglio di 50 mila euro del contributo comunale», «al rapporto con la direzione artistica e con il terzo membro del consiglio di amministrazione che non è mai decollato, per evidenti e inconciliabili differenze, anche culturali».
che del Pasta è direttore artistico risponde, rassicurando: «La nuova stagione ci sarà con grandi nomi e la presenteremo il mese prossimo. Il presidente dice che non andava d’accordo con me, ma io sono sempre andato d’accordo con lui, ma a casa mia si dice: “ofelè fa el to mestè”». Pur non negando, le qualità professionali di Pasqui: «sulla parte economica che gli compete», Pellicini dice che «però non ci si improvvisa direttori artistici. Ho sopportato per un anno le ingerenze in una stagione che ho messo in piedi in appena 15 giorni nel 2016 e che ha avuto un utile di 30mila euro.
Credo sia inattaccabile quanto realizzato». La nuova stagione «era già pronta, l’ha bloccata e avendo la maggioranza in Cda voleva buttarmi fuori». Questo non è accaduto «perché l’amministrazione comunale non ha compreso come mai si dovesse mandare via chi contribuisce al pareggio di bilancio, con una situazione che partiva dal deficit della passata gestione».
«Io non ho mai litigato col presidente, anzi lo ringrazio per il suo operato». Ora però: «spara a zero su tutto, ma avrebbe un’opinione ben diversa, se gli fosse riuscita l’operazione di prendere in mano la direzione artistica. Torni con serenità alle sue mansioni e noi andiamo avanti sicuri di una bellissima stagione alle porte che i saronnesi meritano».
Dal canto suo vuole replicare anche , il “terzo membro del Cda”, nominato nella missiva. «Le dichiarazioni fatte sono molto contraddittorie. Da una parte si denigra il teatro, facendo percepire che ci siano debiti cui non potrà sopravvivere, ma dall’altra si sottolinea che avrebbero proseguito qualora fosse stato sostituito il direttore artistico. E credo che avrebbero chiesto anche le mie dimissioni. Quindi si denigra il lavoro che si riteneva di portare avanti?».
Nella lettera di dimissioni si sottolinea la «scoperta di perdite non evidenziate in bilancio» e «un deficit patrimoniale di circa 140 mila euro al 30 giugno 2016». «È stato proprio il presidente – prosegue Masciadri – a scoprirlo da ottimo revisore di conti e commercialista qual è. Ed è anche vero l’intento di ripianarlo attraverso un piano triennale, in atto, con le restrizioni attuate e l’impegno per diminuire i costi di gestione. Certo non accade in un anno, ma non significa che il teatro debba chiudere. Un cda tecnico come il nostro aveva proprio questo ruolo».
Le differenze culturali, per il membro del cda, sono in realtà ideologiche. «Il dottor Pasqui scrive che si sono trovati una delibera comunale al posto di un articolo di statuto, ma la legge è chiara: le amministrazioni non possono dare in uso gratuito un immobile di proprietà, senza avere entrate da inserire in bilancio. Il Comune non deve rendere conto, su questo, alla fondazione». Nulla vieta che poi quei soldi «possano essere reinvestiti proprio nella realtà che li ha dati». Concludendo Masciadri fa una lucida analisi su quanto portato a termine in un anno: «Sono stati fatti anche degli errori. Ogni territorio ha la propria vocazione e per Saronno è la prosa, infatti nella prossima stagione la musica leggera sarà ridimensionata e punterà su musicisti a livello nazionale. La capacità di critica non manca, come quella di trovare nuove soluzioni».