Il tribunale del Riesame di Milano ha respinto (ancora) la richiesta di scarcerazione di Stefano Binda. Il ricorso era stato presentato dai legali di Binda, Sergio Martelli e Roberto Pasella, impugnando l’ordinanza del gip Anna Giorgetti con la quale il giudice per le indagini preliminari di Varese rigettava la stessa richiesta e anche, in subordine, la possibilità di arresti domiciliari per il quarantanovenne di Brebbia arrestato lo scorso 15 gennaio con l’accusa di aver ucciso Lidia Macchi, la studentessa varesina assassinata con 29 coltellate il 5 gennaio 1987 ( il corpo fu trovato il 7 gennaio 1987 al limitare dei boschi del Sass Pinì a Cittiglio). Binda lunedì comparirà davanti al gup di Varese per l’udienza preliminare: il sostituto procuratore generale Carmen Manfredda, che ha coordinato le indagini, chiederà certamente il rinvio a giudizio. In caso di mancato proscioglimento Binda non avrebbe intenzione di chiedere riti alternativi preferendo affrontare il dibattimento.
Respinta (di nuovo) la richiesta di scarcerazione. Binda resta in cella
16 Dic 2016
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L’uomo, accusato di avere ucciso quasi trent’anni fa Lidia Macchi,non ha ottenuto la possibilità di tornare a casa in attesa del processo