– Così come avvenuto nel 2014, infatti, Palazzo Borghi ha deciso di venire incontro ai cittadini, inviando loro i modelli F24 precompilati per il pagamento della Tasi. Ogni famiglia ne ha ricevuti due: uno con l’importo della prima rata, l’altro con quello della seconda.
Ai moduli per la tassa sui servizi, quest’anno si è aggiunta anche quella sui rifiuti. In totale il comune ha dovuto spedire qualcosa come 36mila buste piene di documenti. E menomale che ha avuto l’accortezza di inserire nella stessa lettera sia i bollettini della Tari che quelli della Tasi, altrimenti chissà quanto sarebbero lievitati i costi.
Sì, perché quella che la giunta di centrosinistra ha concepito come una misura per andare incontro ai cittadini, che così
non devono andare dal commercialista né ad un Caf per compilare gli F24, ha ovviamente un costo. Che, nello specifico, ha sfiorato i 60mila euro.
Alla fine dello scorso mese di aprile Palazzo Borghi affidò l’incarico di calcolare gli importi, stampare i bollettini, imbustarli e spedirli alla Advance Systems, società che ha sede a Casalnuovo in provincia di Napoli. All’epoca lo stanziamento fu di 39.500 euro che, compresa l’Iva, comportò un esborso di 48mila e 190 euro.
Martedì scorso, però, il dirigente del settore Risorse ha autorizzato un’integrazione di questa somma. In pratica, la spedizione dei bollettini è costata 7.231 euro in più del previsto, che diventano 8.821 una volta che si aggiunge l’Iva.
In definitiva, il tutto è costato ai gallaratesi 57mila e 11 euro. Fatti due conti, si tratta più o meno di 1,10 euro a testa, poco più del costo di un caffé. Spetta ai singoli cittadini decidere se la spesa valga il servizio ricevuto, oppure se il costo non sia eccessivo. Chissà però quanto il comune avrebbe potuto risparmiare passando al digitale. Magari dando ai cittadini la possibilità di scaricare sul computer il modello F24 precompilato, per poi pagarlo tramite home banking. Certo, non tutti i hanno confidenza con la tecnologia. Ma quanti soldi si sarebbero potuti risparmiare?