«Contro Trento ci vuole il fisico»

Moretti presenta il nuovo impegno e torna sulla coppa: «Siamo scesi in campo per vincere, come sempre»

La trasferta di Trento dirà molto delle ambizioni dei biancorossi in campionato, specialmente in ottica Final Eight.

Coach Paolo Moretti non si nasconde: «Questa è una partita che ha una valenza importante per avere speranze di qualificazione alle Final Eight, tema che accomuna sia noi che Trento. C’è una classifica corta, chi tra Trento e Varese riuscirà a strappare la vittoria domenica potrà coltivare e mantenere vive le ambizioni».

Di certo i trentini non sono un’avversaria facile, soprattutto sul parquet del Pala Trento, che in massima serie i biancorossi non hanno mai espugnato: «Trento è una squadra che ha determinate caratteristiche di gioco ormai da anni con buoni risultati. Hanno grande energia, ritmo, giocano un basket effervescente con difesa ed attacco immediati, questa è la loro caratteristica più importante. Inoltre, è una delle poche squadre in Italia che non abusa di pick ’n roll, ha tante armi nella propria struttura tecnico-tattica».

Come controbattere, dunque? «Da parte nostra dobbiamo mettere il corpo in ogni situazione di contatto e di scontro, difensivo ed offensivo, e dovremo coprirci bene. Servirà un’immediata transizione difensiva dopo aver concluso il possesso offensivo. Fondamentale dunque un gran lavoro mentale e fisico». L’assenza dell’ex di turno Johndre Jefferson potrebbe però favorire leggermente i biancorossi sotto canestro: «La loro copertura nei ruoli rimane più che solida. Jefferson offre verticalità offensiva ed allo stesso tempo una copertura molto grande del ferro in fase difensiva, ma le opzioni a disposizione di Trento restano ottime. Hanno comunque soluzioni importanti e non di ripiego».

La fisicità è una delle caratteristiche principali di Trento: «Ne faccio più una questione mentale per contrastarli: il desiderio di resistere alla lotta, al di là della taglia fisica, può fare la differenza. Dovremo essere pronti a resistere quando dovremo subire e ad usare la stessa moneta quando ci sarà da attaccare».

Un appunto anche sul possibile impatto di Dominique Johnson sul campionato italiano: «Mi piace valutare e pesare tutte le dichiarazioni dei giocatori, si possono carpire tante sfumature. Lui ha detto una frase intelligente nei giorni scorsi, molto umile ed intelligente, ossia che deve capire e conoscere il basket italiano, carpirne le pieghe. Credo personalmente che l’impatto sarà duro, Trento ha giocatori fisici, penso a Craft, Lighty, Gomes. Però confido nel fatto che un giocatore come lui che ha un background di esperienza molto ampio possa accorciare il tempo di adattamento».

Sarà una gara dura anche per Eric Maynor: «Craft e Forray sono i due play difensivamente migliori del campionato, sarà una prova molto dura per Eric, perché sanno mettere pressione in attacco ed in difesa. Sarà messo costantemente sotto pressione e mi aspetto da lui una prova importante».

Postilla finale sulle critiche ricevute dopo la prestazione remissiva in Champions League: «Abbiamo preparato la partita come sempre, per vincere, spingendo nei primi venti minuti al massimo. Ho fatto le valutazioni tecnico-tattiche che mi sentivo di fare, ed è stata partita vera. Nel terzo periodo, Maynor non aveva più energie, l’unico giocatore che potevo impiegare di più era Eyenga, ma la partita nel finale era ormai poco significativa, anche perché Ferrero e Canavesi stavano facendo bene.

Finché ho spinto l’ho fatto con tutti. Però in coppa tutti scelgono rotazioni più ampie, due partite settimanali con gli stessi giocatori ad oltre trenta minuti di media non te le puoi permettere. Poi le critiche sono legittime sempre e le mie non sono giustificazioni, ma solo la spiegazione delle scelte. Mi aspettavo partita dura e sono rimasto impressionato dagli avversari sotto tutti i punti di vista, ma da parte nostra non era assolutamente previsto il fatto di non provarci».